Gli ultimi assalti si sono verificati vicino Siena e Prato ma l'allerta riguarda tutte le regioni
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Attenti al lupo: dalle Alpi alla Sicilia aumentano i predatori. Nelle ultime settimane, gli assalti di branchi selvaggi sono cresciuti in modo allarmante. Con danni soprattutto agli allevamenti: una cinquantina di pecore sbranate vicino a Siena, caprette e agnelli divorati nelle campagne di Prato, greggi sterminate tra Romagna e Marche.
La regione Toscana, per esempio, ha stanziato 4 milioni di euro per i risarcimenti agli allevatori nel biennio 2014-2016, ma non mancano vittime come cinghiali e mufloni. Quello che preoccupa di più sono gli avvicinamenti pericolosi alle persone. Si calcola che i lupi siano aumentati di dieci volte negli ultimi decenni. Si erano ridotti a circa 200 negli anni Settanta.
Oggi la popolazione attuale è calcolata in duemila esemplari. Nell'equilibrio ambientale, i lupi sono utili per contenere le invasioni di cinghiali e altri animali dannosi per le coltivazioni. Se mangiassero soltanto caprioli o prede selvatiche, manterrebbero l'habitat favorendo la selezione naturale. Forse qualcuno ha esagerato con il ripopolamento forzato.
Di recente, cioè, si sono introdotti lupi nella speranza di contrastare i cinghiali devastanti per le coltivazioni. Così per difendere alcune zone agricole, si è prodotto dall'altra parte un danno all'allevamento. Branchi di lupi assaltano le mandrie e le greggi fuori dalle stalle. Ai predatori si aggiungono spesso cani randagi aggressivi e violenti.