IN VACANZA

Boss camorra in vacanza a MontecarloArrestati in 14: favorirono latitanza

Aiutarono Nicola Panaro: ora sono accusati di ricettazione, procurata inosservanza di pena, intestazione fittizia di beni

22 Ott 2013 - 08:55
 © Carabinieri

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Hanno favorito la latitanza di Nicola Panaro, boss del clan di camorra dei Casalesi, aiutandolo addirittura ad andare in vacanza nel centro di Montecarlo. Per questo motivo 14 persone sono state arrestate dai carabinieri di Casal di Principe (Caserta). Le accuse contestate, a vario titolo, sono ricettazione, procurata inosservanza di pena, intestazione fittizia di beni e alterazione di documenti d'identità.

L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip di Napoli al termine delle indagini della Dda proprio per aver favorito un'organizzazione camorristica.

Nell'ambito della stessa operazione, la Guardia di finanza di Aversa (Caserta) ha inoltre eseguito un decreto di sequestro di beni, fra i quali immobili, quote societarie, terreni, autovetture e motoveicoli, tutti riconducibili agli indagati. Notificati inoltre avvisi di conclusione di indagini preliminari nei confronti di numerose persone indagate nella stessa inchiesta.

L'indagine - La rete di fiancheggiatori che ha aiutato Panaro nei sette anni della sua latitanza è stata ricostruita con intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione e pedinamento, interrogatori di collaboratori di giustizia, accertamenti patrimoniali e con l'analisi della grande documentazione, cartacea e informatica, sequestrata in occasione dell'arresto dello stesso Panaro.

Falsi documenti - Dalle indagini è emerso che, oltre ai familiari, Panaro veniva aiutato anche da persone ritenute insospettabili in quanto completamente estranee a contesti criminali. Tra gli arrestati c'è anche un dipendente dell'Ufficio anagrafe del Comune di San Cipriano d'Aversa (Caserta), accusato di avere rilasciato carte d'identità contraffatte con le foto di Panaro e della moglie e i dati anagrafici del fratello e della cognata dello stesso impiegato.

Libertà di movimento - Secondo l'accusa, grazie a questa rete di fiancheggiatori, nonostante la latitanza Panaro riusciva a muoversi sia in Italia, sia all'estero, facendo anche molte vacanze con i familiari, fra le quali quella nel centro di Montecarlo. Panaro, inoltre, secondo la ricostruzione degli investigatori, riusciva a incontrare periodicamente i familiari in una villa con piscina (sottoposta a sequestro) a San Nicola Arcella (Cosenza).

Tra i 14 destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere (una delle quali notificata a una persona già detenuta) c'è anche il figlio della proprietaria dell'abitazione di Lusciano (Caserta) dove Panaro fu scoperto e arrestato, che forniva al latitante apparecchiature tecniche per la bonifica da microspie.

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