VITTIMA DELLA CRISI

Firenze, imprenditore in crisi chiama la polizia e poi si uccide

La tragedia a Fiesole, l'uomo da quando la sua ditta era fallita non si era più risollevato. Dopo la chiamata al 113 si è sparato in testa

18 Gen 2014 - 21:41

    © agenzia

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Un imprenditore edile fiorentino di 55 anni, si è sparato nella sua abitazione a Fiesole (Firenze). Prima ha chiamato il 113 e all'operatore ha annunciato le sue intenzioni. Secondo quanto si apprende l'uomo, che si è ucciso con una fucilata alla testa, avrebbe collegato il gesto estremo a problemi economici.

I carabinieri, avvertiti dal 113, sono arrivati sul posto intorno alle 18 e hanno trovato il corpo dell'uomo ormai senza vita. Vicino c'era il fucile e un biglietto con le scuse per i familiari.

L'uomo era sposato e aveva una figlia di 10 anni. Poco dopo l'arrivo dei militari, sono rientrate a casa anche la moglie e la bimba che hanno scoperto così quanto era successo. L'uomo era titolare di una ditta dichiarata fallita pochi anni fa. Da quel momento lavorava solo saltuariamente.

"Mi hanno fatto fallire le banche" - Oltre al biglietto con cui ha voluto salutare i familiari, l'imprenditore ha lasciato un secondo messaggio. In questo scritto l'uomo lancia "accuse" nei confronti di alcuni personaggi che avrebbero "portato" al fallimento la sua ditta, parla di crediti e debiti, e di alcune banche con cui l'impresa lavorava.

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