Ai microfoni di Tgcom24 il Commissario Straordinario del Governo per le persone sparite chiede di agevolare il compito degli investigatori
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Come vi abbiamo raccontato nel primo articolo della rubrica "Vite sospese", ogni anno spariscono 1.379 persone. Per capire le dinamiche di un fenomeno imponente nei numeri e drammatico per le famiglie coinvolte, Tgcom24 ha intervistato Vittorio Piscitelli, attuale Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse.
Secondo le sue analisi, qual è il motivo più ricorrente che induce le persone a far perdere le proprie tracce?
Bisogna precisare che, per oltre la metà delle persone che risultano ancora scomparse, non sempre è stata rilevata la motivazione. Dai dati esistenti, l'allontanamento volontario risulta la causa più ricorrente, ma spesso dietro questo motivo si nasconde un'altra realtà, problemi economici dettati dalla crisi: dal dipendente che non ha sufficienti contributi per andare in pensione al piccolo imprenditore divorato dai debiti. Spesso queste preoccupazioni diventano così pressanti da spingere al suicidio. Un'altra causa di scomparsa in aumento è quella legata ai problemi psicologici, mi riferisco alle persone anziane affette da Alzheimer o demenza senile. Molte di queste lasciano casa senza essere ritrovate a causa della perdita di memoria e del disorientamento spaziale e, spesso, restano vittime di cause accidentali. Inoltre, si registra l'aumento di casi di fuga di donne vittima di maltrattamenti familiari che spesso sfociano in femminicidio. Infine, bisogna tener conto che a causa dei cambiamenti degli scenari internazionali, in particolare dall'avvento della “primavera araba”, è cresciuto il fenomeno immigratorio, dando luogo alla fuga in massa di minori stranieri non accompagnati dalle strutture accoglienza, per i quali il nostro Paese è solo un passaggio obbligato verso altre mete europee. Bisognerebbe cercare di conoscere più a fondo il fenomeno per attivare politiche preventive mirate.
Pensa che qualcuno dei quasi 30mila scomparsi sarà rintracciato?
Sebbene la questione degli scomparsi continui a destare un giustificato allarme sociale, non bisogna sottovalutare che la maggior parte di questi viene rintracciata dopo pochi giorni. Il costante monitoraggio dei dati e il coordinamento delle attività di ricerca hanno permesso, inoltre, di attivare un'adeguata strategia di contrasto al fenomeno.
Le ricerche: come avvengono di solito? Come si muove il Governo per coadiuvarle?
È stato attivato uno stretto collegamento sul territorio con tutte le Prefetture che, in base a linee guida fornite dal Commissario, si sono dotate di idonei piani provinciali secondo i singoli scenari territoriali, per l'avvio delle ricerche nell'immediatezza della segnalazione di scomparsa attraverso apposite battute con il concorso di tutte le forze in campo, comprese i volontari.
Come collaborate con gli organismi internazionali?
Tramite la collaborazione del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e le Ambasciate italiane all'estero.
La creazione di un Commissariato speciale ha cambiato le cose?
È sicuramente cresciuta la fiducia nell'operato delle forze di polizia, anche per la validità delle nuove tecniche investigative impiegate che hanno permesso un trend in crescita dei soggetti rintracciati. Dal 2007 a oggi sono stati adottati diversi provvedimenti che hanno rafforzato l'efficacia degli strumenti a disposizione. Innanzitutto, il protocollo d'intesa sottoscritto tra il Commissario e il Capo della Polizia nell'aprile 2008 per favorire il raccordo con gli Uffici del Dipartimento e le altre forze dell'ordine. Da tale accordo è nato il Tavolo tecnico interforze che ha permesso di condividere procedure di analisi mirate al riesame di tutte le posizioni inserite nel Sistema di Indagine Interforze (SDI) e stabilire le diverse “motivazione di scomparsa” a seconda delle diverse tipologie e scenari di riferimento, che consente oggi una più puntuale e mirata attività di ricerca e di indagine. È stato effettuato il primo censimento dei cadaveri e dei resti umani non identificati con la costituzione di un Registro nazionale. È stato studiato e condiviso un sistema informativo nazionale, denominato Ri.Sc./Ricerca Scomparsi per favorire il confronto tra cadaveri senza identità e persone scomparse. A tale scopo, è stato condiviso con gli altri soggetti istituzionali, Procure della Repubblica e Ministero di Giustizia un modello di scheda “post mortem”, per la compilazione da parte dei medici legali, da inserire nel sistema Ri.Sc. Particolare attenzione è stata rivolta alle famiglie degli scomparsi e all'Associazione dei familiari delle persone scomparse “Penelope”. Sono stati, inoltre, sottoscritti appositi protocolli d'intesa con l'Associazione “Psicologici per i popoli” per il supporto psicologico ai familiari degli scomparsi e con l'Associazione “Alzheimer uniti” per la sperimentazione del sistema di localizzazione dei malati di Alzheimer.
I cadaveri non identificati: come vengono gestiti?
Presso l'Ufficio del Commissario è stato istituito il Registro nazionale dei cadaveri non identificati, consultabile on line da chiunque sulla pagina del Ministero dell'Interno, sezione “persone scomparse”. Secondo i dati più recenti sono oltre 1.250 i cadaveri senza identità. Accade di accertare che alcuni cadaveri siano riconducibili a persone scomparse le quali siano incorse in eventi accidentali, delittuosi o suicidi. Molte volte il nostro ufficio è riuscito a risalire all'identità, senza utilizzo dei sistemi informatici, esclusivamente tramite la comparazione dei dati afferenti le due categorie cadavere/scomparso.
Il database Ri.Sc e il censimento degli scomparsi sono conquiste recenti: perché si è aspettato così tanto a mettere in atto misure coordinate a livello nazionale?
Nel 2007 l'allora ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ha avuto la sensibilità di cogliere la drammaticità della situazione legata al fenomeno delle persone scomparse e di coloro che da tempo richiedevano una figura di riferimento nel settore - Associazione dei familiari degli scomparsi, firmatari di disegni di legge in materia, esperti del settore e giornalisti – e diede l'incarico al Prefetto Gennaro Monaco di approfondire uno studio per l'istituzione di un ufficio che trattasse la complessa tematica delle persone scomparse. Dopo alcuni mesi venne istituita con decreto del presidente della Repubblica la figura del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse. Da allora sono stati fatti sicuramente molti passi avanti.
Ha in cantiere altre iniziative per migliorare la ricerca delle persone scomparse?
Numerose iniziative, quali la sperimentazione che sarà avviata, entro breve, con la Prefettura di Milano, Roma e Reggio Calabria, per favorire la circolarità informativa tra Commissario, Prefetture, Procure della Repubblica, Forze dell'Ordine, Comuni, Regioni, ASL, presidi ospedalieri, strutture universitarie di Medicina Legale sui cadaveri non identificati. La realizzazione di un libro bianco per favorire l'analisi socio/psicologica e antropologica del fenomeno, la proposta di istituire un'Autorità garante per le persone scomparse che abbia funzioni di indirizzo. E in occasione del prossimo semestre di presidenza italiana UE, penso all'ufficializzazione dell'istituzione della giornata europea per le persone scomparse da celebrarsi il 4 dicembre, come proposto dalla scorsa presidenza irlandese. Ma penso anche ad altre iniziative quali, una conferenza europea sul tema delle persone scomparse; l'istituzione di un “forum europeo per le persone scomparse” per favorire lo scambio informativo sui rispettivi sistemi nazionali con un “focus” particolare sui minori, gli anziani e le donne; ovvero all'emanazione di direttive europee per l'integrazione legislativa dei rispettivi ordinamenti nazionali.
Quali casi sta seguendo più da vicino?
Ogni caso segnalato viene seguito con la stessa cura e attenzione senza distinzione, anche i vecchi casi vengono di continuo monitorati e richiesti elementi di aggiornamento alle Procure della Repubblica competenti, con le quali è stato stabilito un ottimo rapporto di collaborazione. Su oltre 6.700 segnalazioni, pervenute al nostro ufficio sin dalla sua apertura nel 2007, circa il 56% è stato ritrovato in vita, il 7% cadavere, del restante 37% ancora da ricercare, più della metà sono minori fuggiti da istituto e difficilmente rintracciabili.
C'è un caso in particolare che le sta a cuore o che la stupisce per i suoi dettagli?
Tutti quelli non risolti, dal caso Ettore Maiorana a quello di Emanuela Orlandi, passando attraverso quello di Federico Caffè solo per citare quelli noti, ma anche tanti di quelli non noti ma ugualmente drammatici.
Vuole lasciare un messaggio alle famiglie che aspettano una persona scomparsa?
Posso dire loro che nonostante i nostri limiti ogni nostro sforzo è teso a poter assicurare a ciascuna famiglia una risposta alle tante domande che di continuo ci pongono. Consapevole della necessità di perfezionare il sistema, possiamo garantire che la nostra perseveranza marcia nella direzione giusta per poter accogliere ogni richiesta. Voglio però ricordare a chiunque si trovi di fronte a un evento così drammatico, la necessità, al momento di sporgere denuncia, di fornire maggiori notizie e dettagli utili per orientare le ricerche in maniera utile e non dispersiva come spesso accade.