RAPTUS OMICIDA

Soffoca nel sonno figlio adottivo Pescara, 47enne: è stato un raptus

Massimo Maravalle ha ammesso le sue responsabilità. L'uomo era sotto controllo per problemi psichiatrici. Agli agenti ha detto di essere stato colto da un raptus. Sotto shock la madre del piccolo, che aveva solo 5 anni, e i parenti dell'uomo

18 Lug 2014 - 15:04
 © ansa

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La polizia di Pescara ha fermato un uomo di 47 anni, Massimo Maravalle, che ha confessato di aver soffocato nel sonno il figlio adottivo di cinque anni. Gli agenti sono intervenuti nell'appartamento dopo l'allerta del 118, chiamato dalla madre. Il 47enne, che era sotto controllo sanitario per delle patologie psichiatriche, ha detto di essere stato colto da un raptus. Sotto shock la donna e i parenti dell'uomo. L'accusa è di omicidio aggravato.

Soffoca nel sonno figlio adottivo Pescara, 47enne: è stato un raptus

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A insospettire prima il 118, chiamato dalla madre, poi la volante intervenuta, è stato l'atteggiamento "stranamente impassibile" dell'uomo e le diverse ecchimosi sul collo del piccolo. Maravalle soffre infatti di psicosi atipica e aveva interrotto i farmaci da quattro giorni. La piccola vittima si chiamava Maxim ed era stata adottata nel maggio del 2012. Era un bambino tranquillo che non dava nessun tipo di problemi, ancor meno da scatenare quel tipo di reazione nel padre.

Il racconto di un vicino di casa
- I vicini di casa dei Maravalle sono ancora increduli e non riescono a spiegarsi come sia stata possibile una tragedia del genere. "Siamo stati insieme a Maxim e alla mamma fino a dopo mezzanotte - ha detto all'Ansa uno degli inquilini dei coniugi - per la festa di compleanno di una ragazza di 17 anni che abita nella palazzina. Erano felicissimi. Maxim giocava e sorrideva con tutti. Non c'era il papà, ma loro sono stati con noi fino alla fine. Era tardi, ma Maxim era contento. E' una tragedia che non riesco a spiegarmi. Una famiglia a modo. Lui tecnico informatico, lei avvocato. Due genitori che stravedevano per il figlio". "Lo avevano adottato che aveva due anni e mezzo. Avevano fatto tanti sacrifici per averlo. Erano stati più di una volta in Russia per le pratiche di adozione. Ma soprattutto il papà viveva per il figlio. Gli comprava regali in continuazione. Vivevano uno per l'altro. Per questo tremo ancora a pensare quello che è successo", ha spiegato. L'inquilino ha poi raccontato di aver saputo solo questa mattina, vedendo la polizia sotto casa, della tragedia. "Non pensavo veramente quello che poi mi hanno detto. Stentavo a crederci. Mi sono sentito male e i poliziotti mi volevano portare al pronto soccorso". "Questa notte un'altra inquilina, la ragazza che abita al piano di sotto mi ha detto che la mamma di Maxim l'ha chiamata a casa, dicendo che il figlio non stava bene. La giovane lo ha guardato e ha visto che non si muoveva, che era morto. Il papa' era nervoso, e camminava avanti e indietro, ma non diceva nulla. Poi mi ha detto che è arrivata la polizia", ha concluso.

Tribunale: "Non sapevamo nulla" - Il Tribunale dei Minori di L'Aquila che ha istruito la pratica dell'adozione di Maxim Maravalle non sapeva nulla dei problemi nervosi di Massimo Maravale. Lo comunica Cecilia Angrisano, in qualità di presidente facente funzioni del Tribunale.

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