Gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati quattro persone. La ragazza era stata trovata svenuta in mezzo alla neve fuori da una discoteca
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Ci sarebbe una pratica sessuale estrema dietro un presunto stupro, forse di gruppo, ai danni di una giovane laziale, studentessa a L'Aquila. Gli inquirenti stanno indagando sul caso dopo che la ragazza è stata trovata svenuta in mezzo alla neve fuori da una discoteca a Pizzoli (L'Aquila). La donna era in una pozza di sangue, con gravissime ferite ai genitali, e ora è in ospedale. I sospetti si concentrano su quattro giovani: tre militari e una donna.
Proprio le gravissime ferite riportate nelle parti esterne e interne avrebbero portato gli investigatori a pensare a una situazione di sesso estremo. Da quanto emerso inoltre, i carabinieri stanno ancora cercando un oggetto che potrebbe essere servito alla violenza.
Gli atti del caso sono secretati e gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo. Dei quattro, il maggiore indiziato è un giovane militare della provincia di Avellino trovato con le camicia sporca di sangue che ha prima negato e poi ammesso un rapporto consenziente. I quattro sono stati bloccati dal gestore del locale e da due buttafuori nella notte tra sabato e domenica mentre in macchina stavano andando via con la giovane studentessa laziale che a pochi metri veniva soccorsa e trasportata dentro il locale.
I quattro sono stati sentiti a lungo nella giornata di domenica, poi, lasciati andare. Gli inquirenti fino a ora non avrebbero agito anche perché non c'è ancora stata nessuna denuncia da parte della giovane che in ospedale, in stato di choc, domenica era stata operata per suturare le gravi ferite e che non ricorda nulla. L'inchiesta della procura ha avuto impulso con la denuncia presentata dalla madre della vittima contro la violenza subita dalla figlia.
Svolta nelle indagini, quattro le persone indagate
I tre militari e la donna, sospettati di aver preso parte al presunto stupro che ha portato la studentessa laziale in ospedale, sono stati iscritti a vario titolo nel registro degli indagati dal pm David Mancini. Non si esclude che possano esserci ulteriori sviluppi, soprattutto con l'arrivo dei primi risultati degli esami tecnico scientifici del Ris di Roma. Tre dei giovani, due campani e un aquilano, sono militari del 33esimo reggimento artiglieria Acqui; la quarta è una giovane, forse fidanzata dell'aquilano.
Le incongruenze dei quattro indagati
Il militare sul quale gravano i maggiori sospetti, originario dell'Avellinese, ha prima negato e poi ammesso il rapporto sessuale ma sostenendo che la studentessa laziale era consenziente. Secondo quanto emerso, le deposizioni di tutti dai primi riscontri hanno presentato contraddizioni e circostante non vere. In particolare il militare avellinese era stato bloccato con le camicia e una mano sporca di sangue dal gestore del locale e dai buttafuori subito dopo il ritrovamento fuori dalla discoteca della giovane studentessa svenuta in mezzo alla neve e insanguinata. Il militare era in macchina con i due commilitoni e con la giovane donna.
Tasso alcolico della giovane "rilevante"
Le analisi fatte al momento del ricovero all'ospedale dell'Aquila alla giovane hanno rivelato un tasso alcolemico rilevante. Secondo alcune ipotesi sulla ricostruzione del grave fatto, la 20enne studentessa laziale potrebbe essere stata costretta a bere. Non risulta invece che la ragazza abbia assunto sostanze stupefacenti.