Il questore: "I nomadi sono spariti, hanno paura. Ma sono cittadini italiani a tutti gli effetti, e non tutti sono delinquenti". Ciarelli dopo l'arresto: "Questo è il mio ultimo giorno da uomo libero"
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Ci sarebbero stati anche numerosi esponenti di Forza Nuova, capeggiati da Marco Forconi, candidato sindaco a Montesilvano (Pescara) nelle liste della formazione di estrema destra, alla testa del corteo, bloccato dalla polizia, che si è diretto verso il quartiere di Rancitelli dove risiede la maggior parte dei rom pescaresi. La tensione nella città abruzzese è dovuta all'omicidio del 24enne Domenico Rigante, ucciso da un 29enne rom.
Anche se la tensione va ora allentandosi, la preoccupazione a Pescara resta alta anche dopo la manifestazione di protesta per chiedere alle autorità locali ad allontanare dal territorio urbano i rom.
A questo proposito il questore di Pescara, Paolo Passamonti, spiega che "i rom sono spariti... Molti in queste ore se ne sono andati da Pescara, altri se ne stanno rintanati a casa, e si parla insistentemente di comunità spaccata specialmente tra i due quartieri dove sono più insediati, Rancitelli e i Colli". Il questore, confermando le voci di un'autentica paura da parte della comunità di nomadi insediati a Pescara, ricorda però "che sono cittadini italiani a tutti gli effetti, stanziali dagli anni '40, e che non tutti sono delinquenti".
Ciarelli alla polizia: "Ultimo giorno da uomo libero"
Le uniche parole che Massimo Ciarelli, 29 anni, il rom accusato dell'omicidio dell'ultrà biancazzurro Domenico Riganti, ha detto alla polizia sono state: "Oggi è il mio ultimo giorno da uomo libero". "Non abbiamo fatto nessuna trattativa - racconta il questore -. C'è stata una sola telefonata all'avvocato di Ciarelli un'ora prima dell'arresto. Ciarelli ha capito che attorno a lui avevamo fatto terra bruciata e si è consegnato". Il questore ha quindi riferito che mezz'ora dopo il delitto le forze dell'ordine erano già in procinto di catturare il presunto omicida, ma gli inquirenti sono arrivati con qualche minuto di ritardo nel night dove Massimo Ciarelli era solito recarsi.
Al momento dell'arresto, ha concluso il questore, Ciarelli "era spaventatissimo. Non ha voluto rischiare un'irruzione e ha preferito consegnarsi". Intanto le indagini proseguono per valutare la posizione delle altre sei persone che hanno preso parte alla spedizione punitiva. Gli inquirenti stanno cercando le prove per collocarle sulla scena del crimine.