In primo grado il caporalmaggiore è stato riconosciuto colpevole dell'omicidio della moglie Melania. Grazie al rito abbreviato, dovrà scontare 30 anni di carcere. Tolta anche la patria potestà
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Il caporalmaggiore degli alpini, Salvatore Parolisi, è stato condannato all'ergastolo nel processo per l'omicidio della moglie, Melania Rea. Grazie al rito abbreviato, Parolisi dovrà scontare 30 anni di carcere. La sentenza è stata emessa dal gup di Teramo, Marina Tommolini, dopo circa quattro ore di camera di consiglio. Gli avvocati dell'imputato avevano chiesto l'assoluzione.
A Parolisi sono state comminate tutte le sanzioni accessorie, dall'interdizione perpetua dai pubblici uffici alla perdita della patria potestà genitoriale. Il caporalmaggiore è attualmente detenuto nel carcere Castrogno di Teramo. Nei confronti dell'uomo è stato disposto l'isolamento diurno. Per lui, inoltre, il gup Tommolini ha previsto un obbligo di risarcimento di un milione di euro.
Parolisi era stato arrestato una prima volta a seguito di un provvedimento di custodia cautelare emesso il 18 luglio 2011, quando la competenza sulle indagini era ancora della Procura di Ascoli Piceno. Successivamente fu raggiunto, il 2 agosto dello stesso anno, da analoga misura restrittiva emessa dal gip di Teramo Giovanni Cirillo.
Il padre di Melania: "Non ha vinto nessuno"
"Non ha vinto nessuno". Così, con le lacrime agli occhi, il papa di Melania, Gennaro Rea, ha commentato la sentenza del gup di Teramo. Intanto, in casa Rea, una delle zie di Melania si è affacciata dal portone della casa dei genitori della donna uccisa dal marito ed ha urlato ai giornalisti: "Avete sentito". Ed ha fatto un breve applauso. La donna ha anche riferito che Vittoria, la mamma di Melania, non se la sente, al momento di rilasciare dichiarazioni.
Il fratello: "Ha avuto giustizia, ma il nostro cuore è straziato"
"La famiglia Rea è soddisfatta perché Melania ha avuto giustizia ma il nostro cuore è straziato". Così il fratello Michele Rea che aggiunge: non ci sono vincitori perché ad essere stato condannato è stato il marito di mia sorella e il padre della piccola". "E' la fine di un incubo, perché è stato trovato e riconosciuto l'assassino di Melania", ha aggiunto. "E' l'inizio di una vita diversa con un angolo di tristezza nel cuore, perché Salvatore ha ucciso la moglie, la mamma della sua bambina, e noi come famiglia ne usciamo comunque sconfitti, non è stata la vittoria di nessuno".
Parolisi non ha assistito alla lettura della sentenza
Parolisi non ha assistito alla lettura della sentenza. Quando il giudice ha iniziato a leggere il dispositivo di condanna Parolisi non era stato ancora portato in Aula. A quel punto la lettura è stata interrotta e il caporale è stato fatto salire ma quando gli è stato chiesto se voleva assistere alla lettura del verdetto, ormai chiaro, ha detto no.
Il legale di Parolisi: "Impugneremo la sentenza"
"Salvatore è un soldato e sa che bisogna combattere. E' una situazione difficile ma noi andremo avanti. Leggeremo con ansia le motivazioni della sentenza e le impugneremo". Lo ha detto il legale di Parolisi. Perché Salvatore non era in aula alla lettura della sentenza? "E' stata una imprecisione del giudice che non si è accorto che non c'era", ha aggiunto l'avvocato Valter Biscotti commentando l'assenza del caporale in aula nel momento in cui il gup di Teramo l'ha condannato all'ergastolo. E' stato il padre di Melania, Gennaro, a chiedere che Parolisi fosse in aula. A quel punto il giudice si è interrotto e lo ha chiamato, ma, ha spiegato Biscotti, in quel momento è stato lui stesso a dire a Parolisi della condanna.
"Sentenza ingiusta, distrutte le prove"
"I consulenti del pm hanno distrutto le prove. E' agli atti". Lo ha detto il difensore di Salvatore Parolisi, Valter Biscotti, nel corso della trasmissione "Quarto Grado" su Rete4. "I consulenti del pm - ha precisato - hanno distrutto le prove: ad esempio il contenuto gastrico, che era necessario per stabilire l'ora della morte, è stato distrutto una volta analizzato. Alcuni reperti dei Ris che sono stati analizzati come ipotesi intermedie, dopo essere stati analizzati e valutati, sono stati distrutti. Tutto questo è agli atti".