Il presidente dell'Associazione dei Comuni comunica a tutti i sindaci i problemi riscontrati alle frontiere per il nuovo documento. Un danno erariale di 50 milioni di euro
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Trecentocinquanta mila carte d'identità elettroniche da buttare al macero. Prodotti dal Poligrafico dello Stato, i documenti avrebbero dei chip difettosi che non permettono ai cittadini in loro possesso di superare eventuali controlli alle frontiere per l'espatrio. A lanciare l'allarme a tutti i sindaci d'Italia è stato il presidente dell'Anci, Associazione Nazionale dei Comuni, Antonio Decaro, in una comunicazione ufficiale ripresa da Il Messaggero. Al momento della produzione delle tessere, sarebbe stata caricata una versione non aggiornata del software. Un danno erariale stimato in 50 milioni di euro.
Ecco cosa è accaduto In soldoni - è la denuncia, - 346.275 nuove carte d'identità elettroniche emesse dal Poligrafico dello Stato sarebbero inutilizzabili per errori nei microchip installati; per questo vengono bloccate alle frontiere perché non riconosciute. Ciò sarebbe da imputare "all'inefficienza del processo produttivo, alla mancanza di controlli ad hoc", come si legge su Il Messaggero. Così è accaduto che queste tessere venissero inviate ai Comuni "senza essere testate e collaudate". Poi, ai posti di controllo, i dati non risultano leggibili e i cittadini possono essere respinti.
Provvedimenti urgenti da prendere E con l'estate in arrivo e l'aumento di italiani che supereranno le frontiere il problema diventa urgente. Per questo Decaro propone di "comunicare la problematica a tutte le frontiere; informare i cittadini interessati e sostituire loro il documento difettoso senza altri costi per i cittadini stessi e le amministrazioni locali". Il dito è puntato contro il presidente del Poligrafico Domenico Tudini e il responsabile del progetto digitale, Paolo Aielli. L'Anci ha stimato che il danno per le casse erariali si attesta sui 50 milioni di euro.