Al centro delle indagini ci sarebbe una maxi tangente da circa 550 milioni per la fornitura di 11 fregate militari al governo brasiliano
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Al centro dell'inchiesta che ha portato all'arresto del dirigente Finmeccanica, Paolo Pozzarese, e all'iscrizione nel registro degli indagati, fra gli altri, dell'ex ministro Claudio Scajola, ci sarebbe una maxi tangente da circa 550 milioni di euro per la fornitura di 11 fregate militari al governo brasiliano. Stando alle dichiarazioni dell'ex dirigente della holding Lorenzo Borgogni, sulla fornitura fu infatti applicata una "tassa" dell'11%.
Secondo quanto riportato da Borgogni, la tangente era mascherata da un "contratto di agenzia": i circa 550 milioni di euro sarebbero stati spartiti tra Scajola, il deputato Massimo Nicolucci (anche lui indagato) e il ministro della Difesa brasiliano Jobin, l'esponente del governo sudamericano sul quale Scajola sarebbe intervenuto per favorire Finmeccanica e Fincantieri (entrambe coinvolte nella commessa delle 11 fregate per 2,5 miliardi di euro a testa).
La commessa brasiliana sarebbe infine saltata a causa dei contrasti tra la diplomazia italiana e quella brasiliana sulla mancata estradizione di Cesare Battisti.