Un video-appello

Rapita a 21 mesi dal papà e portata in Siria L'appello della piccola bambina in un video

La mamma non sa niente della bambina e fa un nuovo appello sul gruppo Facebook a Tgcom24: "Non sono ricca e famosa ma chiedo aiuto alle nostre autorità"

11 Mar 2017 - 12:23
 © ansa

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Presa con l'inganno e portata in Siria da un papà che la minaccia di morte. Il dramma della piccola bambina rapita inizia quasi un anno fa, il 18 dicembre 2011, quando Mohamad Kharat la mette su un aereo diretto ad Atene, e poi via terra raggiunge Aleppo. Da allora la mamma, Alice Rossini, brianzola 32enne, non ha notizie di lei che oggi ha quasi tre anni. Un video realizzato da chi sta vicino alla donna racconta adesso la storia e chiede la liberazione della bimba.

Un gruppo su Facebook per riportare la bimba a casa
Sul social network è nato un gruppo ad hoc: "Ridiamo la piccola bambina rapita alla sua mamma". L'obiettivo è doppio: tenere viva l'attenzione e portare solidarietà e affetto a questa mamma che non sa nemmeno se la figlia sia ancora viva, scampata alle bombe.

Gli amministratori della pagina, Roberto Cancedda ed Elonora Rossini non si sono limitati a lanciare l'iniziativa: hanno appena realizzato un video per raccontare la storia, con la voce e la scrittura di una bimba che potrebbe essere lei.

Per non dimenticare che la vera vittima di questa triste storia di ripicche tra marito e moglie e figli contesi è proprio una bambinetta di neanche tre anni.

Il video che racconta il dramma della bambina rapita e della sua mamma

L'appello a Tgcom24: "Non sono ricca ma aiutatemi"
Alice Rossini chiede "solo" di poter riabbracciare sua figlia. Attualmente potrebbe essere ad Aleppo, con il padre e i nonni, in mezzo alla guerra civile che sta straziando la Siria. E proprio la guerra ha bloccato le ricerche. La Farnesina ha chiuso la sede diplomatica e non dà alcuna risposta alla famiglia. L'errore delle autorità, spiega Alice a Tgcom24, "è stato quello di sottovalutare la situazione nella fase iniziale".

Ma come si è arrivati a questo punto? All'inizio quella di Mohamad e Alice era una famiglia felice, ma tutto è cambiato quando il giovane siriano ha cominciato ad ubriacarsi. Da allora ha preso l'abitudine di picchiare la moglie e di obbligarla a coprirsi.

"Mohamad pretendeva che io andassi in Siria per sposarlo anche con rito islamico - spiega ora a Tgcom24 - e legalizzare il matrimonio e quindi la sua situazione di padre. Per la Siria, al momento, lui non è il padre. Per restituirmi la bambina forse gli basterebbe avere la sicurezza di poter rientrare in Italia. Adesso è senza documenti. Temendo un gesto estremo come questo, io gli avevo nascosto il passaporto".

Quando il marito ha cominciato a essere violento Alice ha chiesto la separazione legale. Mohamad ha finto di accettarla ma in cuor suo tramava il progetto di rapire la bambina e di portarla fuori dall'Italia in modo clandestino.

A pochi giorni dal Natale Alice si augura che la piccola sia viva e in buona salute e fa un appello per poterla riabbracciare al più presto: "Spero con tutto il cuore che chi può fare qualcosa la faccia al più presto. Mi rivolgo in particolare alle autorità italiane che all'inizio di questo incubo non si sono mosse come dovevano. Forse perché non ho un cognome importante e non sono ricca?"

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