La banda, quattro uomini e una donna, operava in diverse provincie toscane ma aveva base ad Incisa Valdarno, in provincia di Firenze. Gli elettrodomestici, importati dagli Stati Uniti al prezzo di 300 euro, venivano rivendenduti per circa 3mila, 3.500 euro ciascuno. La Guardia di Finanza ha anche sequestrato tre immobili a Incisa Valdarno, Reggello e Cavriglia, del valore commerciale di 1,5 milioni di euro.
Le attività illecite erano realizzate grazie ad un "call center", in cui i dipendenti venivano costretti a condizioni di lavoro massacranti e spesso umilianti, ma anche grazie ad una rete di venditori, assunti con offerte di lavoro per altre mansioni e retribuiti a provvigione solo con il conseguimento di elevatissimi obiettivi di vendita".
"Poi - spiegano le fiamme gialle - dopo aver sfruttato il lavoro dei venditori, questi, con vari pretesti, venivano licenziati e non pagati delle provvigioni maturate". Inoltre, "moltissimi dei prodotti venduti non sono stati fatturati e nei 5 anni di attività, il sodalizio criminale ha piazzato oltre un migliaio di elettrodomestici in evasione d'imposta e si stima che il volume d'affari in nero realizzato sia pari a circa 5 milioni di euro".