Il giocatore del Cosenza travolto da un camion nel novembre del 1989 sarebbe stato ucciso
© NewsMediaset
Donato Bergamini, il calciatore 'suicidato' in circostanze sospette il novembre 1989 a Roseto Capo Spulico (Cosenza), sarebbe già morto prima di essere investito dal camion. Dalla Calabria rimbalza questa importante indiscrezione ,in base ai presunti risultati ottenuti dai Ris di Messina. Ieri gli stessi carabinieri hanno depositato la loro perizia alla Procura della Repubblica di Castrovillari che aveva riaperto il caso il 29 giugno scorso.
Quattro mesi di investigazioni sulla Maserati Spider, sulle scarpe Tod's, sull'orologio Seiko, sulla catenina d'oro e sui rilievi dei carabinieri in quel giorno. Il procuratore competente Giacomantonio ancora non si è espresso in merito. Il corpo dell'uomo,secondo le prime ricostruzioni trascinato per decine e decine di metri, poi risultò quasi intatto, così come rimasero intatti alcuni oggetti indossati. Questi particolari stridevano in particolare con la dichiarazione della testimone oculare Isabella Internò, ex fidanzata di Bergamini, che allora disse di aver visto il calciatore buttarsi intenzionalmente sotto il mezzo pesante. In fondo la tesi dell'omicidio l'hanno sempre sostenuta i familiari, i parenti, gli amici, la politica bipartisan e tutti coloro che si sono battuti da oltre vent'anni per ottenere verità e giustizia sulla scomparsa di Bergamini. Come raccontò la sorella Donata un anno fa a Tgcom e come testimoniano le numerose manifestazioni pubbliche a Cosenza e in Emilia Romagna. Ma quale potrebbe essere il motivo di una tale tragedia? Negli anni in molti non hanno creduto che il calciatore si fosse suicidato. Si è parlato e scritto di possibile delitto legato alla criminalità organizzata, con il giallo dei doppi fondi creati nella Maserati Spyder e che sarebbero potuti servire a trasportare droga. Una calunnia, secondo la famiglia che crede fermamente nell'onestà di 'Denis'. E in un'inchiesta del quotidiano Cosenza Sport, diretto da Gabriele Carchidi, si era ipotizzato un delitto a sfondo passionale. Secondo dei testimoni, come il compagno di squadra Galeazzi, quel pomeriggio almeno due persone lo aspettavano fuori dal Cinema Garden, dove il Cosenza era solito rilassarsi alla vigilia delle gare di campionato. Ma ora la palla è passata alla Procura della Repubblica di Castrovillari.
L'avvocato della famiglia: “Nessuna comunicazione ricevuta”
Nel frattempo in Emilia Romagna non è si è saputo nulla di ufficiale, giornali a parte, in merito alla perizia dei Ris. In attesa di riscontri l'avvocato Eugenio Gallerani dichiara a Tgcom24: “Non posso commentare nello specifico anche perchè non ho ricevuto ancora nessuna carta o comunicazione di qualsiasi genere. Rispetto il lavoro della magistratura e dei Ris.In generale il caso è stato riaperto perchè abbiamo presentato in Procura un dossier di 200 pagine, contenente foto e testimonianze che ritenevamo rilevanti. Bergamini non avrebbe avuto nessun motivo per suicidarsi. Era un ragazzo sereno e un calciatore in ascesa che presto avrebbe calcato i campi della serie A”.
L'autopsia dell'epoca
Il Quotidiano della Calabria oggi cita i risultati di una autopsia sul corpo effettuata all'epoca dal professor Francesco Maria Avato, che parla di lesione di tipo addominale e con parziale interessamento degli arti inferiori. Mentre l’assenza di lesioni al capo, al torace, agli arti superiori, alle ginocchia conduce a ritenere verosimile l’ipotesi di schiacciamento da parte di un unico pneumatico del corpo disteso al suolo con il capo verso la mezzeria stradale e quindi con le porzioni cranio-toraciche potenzialmente raggiungibili dal fondale dell’autocarro.