L'indagine è partita dalla cessione di Lavezzi e Chavez. I procuratori fatturavano solo alle società
© SportMediaset
Un connubio tra procuratori e squadre di calcio. Secondo la procura di Napoli gli agenti dei calciatori fatturavano alle società tutta l'intermediazione come se avessero agito nell'interesse esclusivo del club quando in realtà operavano anche per il calciatore stesso. E' questo è uno dei sistemi fraudolenti secondo il procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli.
Per la Procura, poi, le società approfittavano dell'indebito vantaggio di potersi completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando altresì della detrazione dell'imposta sul valore aggiunto relativa alla pseudo prestazione ricevuta in esclusiva.
Il calciatore risparmiava il costo dell'agente - In questo modo veniva consentito ai calciatori di non dichiarare quello che sostanzialmente era un "fringe benefit" riconosciuto agli stessi dalla società calcistica che si accollava, a vantaggio dell'atleta, anche la spesa per l'intermediazione.
La squadra non pagava la ritenuta fiscale In altri termini, l'importo pagato dai club costituiva un reddito da imputare effettivamente al calciatore e, di conseguenza, la società calcistica ometteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito loro ascrivibile all'atleta.
I giocatori argentini usavano i paradisi fiscali - Alcuni agenti stranieri, di nazionalità argentina, peraltro, mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia e attraverso l'interposizione di società "schermo" con sede anche in "paradisi fiscali" distraendo i compensi ricevuti dalle legittime pretese erariali del Paese di produzione del reddito (Italia) e di quello di residenza fiscale (Argentina), delocalizzavano i proventi derivanti dalle attività professionali.
Evasione da 12 milioni di euro - A fronte dei rilevanti importi fraudolentemente evasi (oltre 12 milioni di euro), la misura patrimoniale del sequestro applicata - dice Piscitelli - ha lo scopo di tutelare in maniera cautelativa le casse dello Stato, facendovi rientrare le somme che illecitamente erano state sottratte al Fisco dagli indagati.
Inchiesta partita da contratto Lavezzi e Chavez - L'inchiesta che ha portato ai provvedimenti nasce con la Guardia di Finanza che nel 2012 nelle sedi del Napoli e della Figc acquisisce i contratti di Ezequiel Lavezzi, ceduto dal Napoli al Psg, e del quasi sconosciuto attaccante argentino Cristian Chavez. Partendo da quella attività, nove mesi dopo, i finanzieri si sono presentati nelle sedi di 41 societa' di serie A e B per acquisire ulteriore documentazione. Gli investigatori parlarono di un "fenomeno generalizzato" nel calcio italiano, vale a dire la "progressiva ed esasperata" lievitazione degli oneri relativi agli ingaggi dei calciatori. E questo, era l'ipotesi investigativa, avrebbe fatto sì che nel tempo si determinasse una situazione di squilibrio gestionale sul piano economico-finanziario che potrebbe aver spinto le societa' a compiere una serie di illeciti fiscali.