Il cellulare è inviolabile: serve il codice che solo lei conosceva per accendere il dispositivo che potrebbe nascondere importanti informazioni
Tiziana Cantone, la giovane napoletana suicidatasi non sopportando più i commenti al vetriolo e i giudizi impietosi sul web circa alcuni suoi video hard messi in circolazione da alcuni amici, aveva inviato dei messaggi con il suo telefono Apple. Per questo motivo la procura di Napoli vorrebbe conoscere il codice del cellulare per indagare più a fondo. Quattro cifre che chiudono l'iPhone di Tiziana agli inquirenti come un fortino.
L'iPhone, come già successo in altri casi in America, è inviolabile: serve il codice che solo Tiziana conosceva per accendere il dispositivo, che nessuno può avviare, tranne il proprietario. Per questo, riporta il Mattino, da oltre un mese, le indagini fanno leva solo sui testimoni e su perizie eseguite su altri cellulari sequestrati, come quello dell'ex fidanzato di Tiziana, Sergio Di Palo, accessibile perché utilizzato con il sistema operativo Android per smartphone.
Ora si corre ai ripari Oltreoceano. Il pm titolare del fascicolo, Rossana Esposito, ha confezionato una rogatoria internazionale da inviare negli Stati Uniti tramite il Dipartimento di giustizia dell'Ambasciata di Roma, rappresentata da una funzionaria del Governo americano con la quale il pm è in costante contatto. Il punto è sbloccare l'inceppo che rallenta l'inchiesta sull'istigazione al suicidio di Tiziana Cantone.
Sarà sentito il suo ex findazato - Intanto La Procura di Napoli Nord sentirà nei prossimi giorni, come persona informata sui fatti, Sergio di Palo, l'ex fidanzato di Tiziana Cantone, la ragazza 31enne di Mugnano di Napoli suicidatasi nel settembre scorso dopo la diffusione di suoi video hard.
Dall'uomo, che ha convissuto per circa un anno con Tiziana, anche dopo che i video hard erano stati girati e andati in rete, gli inquirenti vorranno avere chiarimenti importanti sul ruolo avuto nel confezionamento dei video e nella loro diffusione.
Sul caso della Cantone, oltre all'indagine per istigazione al suicidio aperta dalla Procura di Napoli Nord c'è quella della Procura di Napoli per diffamazione, attivata dalla querela presentata proprio dalla ragazza, in relazione alla diffusione non autorizzata dei video hard, in cui risultano indagate quattro persone.