PRESIDENTE DELL'ANTIMAFIA REGIONALE

Voto di scambio, indagata Monica Paolino presidente dell'antimafia della Campania

Assieme al consigliere regionale di Forza Italia coinvolto il marito, Pasquale Aliberti, sindaco di Scafati. Lei si difende: "Indagata per fatti di cui non sono a conoscenza"

18 Set 2015 - 17:11

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Monica Paolino, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della commissione Antimafia del Consiglio regionale della Campania, è indagata dalla Procura di Salerno. L'accusa è voto di scambio politico elettorale di tipo mafioso. Dia e carabinieri hanno perquisito a Scafati, nel Salernitano, la casa dove vive con il marito, Pasquale Aliberti, sindaco della città e anch'egli indagato.

Voto di scambio, indagata Monica Paolino presidente dell'antimafia della Campania

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La Paolino, da parte sua, ha fatto sapere di aver "appreso con immenso rammarico e stupore di essere indagata per reati relativi a fatti di cui non sono assolutamente a conoscenza. Sono comunque serena e rimango fiduciosa nell'operato della magistratura".

Le indagini dei carabinieri erano partite dopo l'esplosione di un ordigno rudimentale a Scafati il primo novembre dello scorso anno davanti all'abitazione del cognato e della sorella dell'avvocato Vittorio D'Alessandro, consigliere comunale di minoranza del comune di Scafati. I militari erano così arrivati a focalizzare l'attenzione sull'aggiudicazione, che si ipotizza illegittima, di alcuni appalti pubblici.

Ora, a conclusione dell'indagine, sono scattate le perquisizioni: nella sede del Comune di Scafati è stata sequestrata tutta la documentazione relativa all'aggiudicazione di appalti pubblici, tra cui quello relativo alla realizzazione del Polo scolastico comunale dell'importo di circa 6 milioni di euro, al conferimento di incarichi a tempo determinato ai dirigenti dell'Ente e alle determine inerenti i lavori di riqualificazione urbanistica e stradale presso lo stesso consesso amministrativo.

Oltre a Monica Paolino e al marito sono coinvolti nell'inchiesta anche la segreteria generale del Comune di Scafati e una società operante nel settore della consulenza aziendale e sicurezza dei luoghi di lavoro di cui è amministratore unico il fratello del primo cittadino. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, concussione, corruzione e abuso d'ufficio.

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