"nessun controllo"

Caso Grena, l'Asl di Bergamo: "Noi aiutiamo Giorgio, non 'controlliamo'"

Dopo la denuncia della madre, l'Asl spiega: "Il giovane prima era ricoverato, ora è curato a casa. Cerchiamo di soddisfare le nuove esigenze"

02 Gen 2016 - 21:53

    © ansa

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La redazione di Tgcom24.it, in data 1 gennaio 2016, ha dato spazio allo sfogo di Rosa Vigani, la madre di Giorgio Grena, il giovane che si è risvegliato dopo 5 anni di coma provocato da un incidente stradale. Oggi, in redazione, è stata recapitata una nota di Mara Azzi, Direttore generale Agenzia Tutela della Salute della provincia di Bergamo. Doverosamente, la pubblichiamo integralmente.

Nello scorso mese di novembre, in seguito al miglioramento delle condizioni cliniche di Giorgio Grena e la conseguente uscita dallo stato di coma (notizia riportata con grande risalto da molti giornali e siti on line), alcuni funzionari dell'Asl di Bergamo si erano recati nella struttura in cui era ricoverato il paziente (l'istituto clinico Quarenghi di San Pellegrino) per prendere atto della nuova situazione. In quell'occasione la madre di Giorgio Grena era stata informata che il contributo mensile previsto per i pazienti in stato di coma non poteva più essere erogato (proprio perché - giuridicamente - non ne sussistevano più i motivi), ma che, contemporaneamente, veniva subito attivato il contributo riconosciuto ai pazienti portatori di grave disabilità, contributo dello stesso indentico importo - 1.000 euro - percepito fino ad allora.

I successivi "controlli" - come li definisce la signora Vigani Grena - al domicilio del paziente (che nel frattempo aveva lasciato l'istituto clinico Quarenghi) da parte del medico del Distretto competente avevano - e hanno - il solo e unico scopo di verificare di quali necessità e di quali ausili il paziente ha ora bisogno nella propria abitazione per poter essere assistito al meglio, tenendo appunto presente che fino a poco prima la degenza al "Quarenghi" copriva automaticamente tutte queste esigenze. I "controlli" lamentati dalla signora Vigani Grena altro non sono che lo sforzo dell'ex Asl di soddisfare presto e al meglio possibile le esigenze di un suo assistito.

Stando così le cose, mi corre dunque l'obbligo di sottolineare nuovamente che tutti i passaggi sono stati effettuati per consentire i necessari aiuti e la regolare contribuzione prevista dalle norme regionali, e non certamente per una verifica della effettiva condizione del signor Grena, condizione che non è mai stata motivo di discussione da parte dell'Asl. La "lotta" che la signora Grena dice di voler continuare nell'interesse di tutti i pazienti che si trovano nelle condizioni di suo figlio, noi la conduciamo tutti i giorni a fianco di tutti i malati, nel loro interesse.

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