Confermata la decisione della Corte d'appello di Napoli del 20 aprile 2017, reato riqualificato in corruzione impropria come richiesto dal pg
La Cassazione ha confermato la prescrizione nel processo per la compravendita di senatori nei confronti di Silvio Berlusconi che chiedeva l'assoluzione dall'accusa di corruzione. Il reato è stato riqualificato in corruzione impropria, come chiesto dal Pg, ma l'esito della prescrizione dichiarato dalla Corte d'appello di Napoli il 20 aprile 2017 è rimasto inalterato. I fatti si riferiscono ai 3 milioni dati all'ex senatore Idv De Gregorio.
La difesa di Berlusconi, con il professor Franco Coppi, aveva sostenuto che "l'attività parlamentare è insindacabile e non si può stabilire se un voto è frutto di dazione di denaro: il voto è coperto dall'immunità parlamentare e non può essere oggetto di indagini". Nicolo' Ghedini, aveva invece contestato la costituzione di parte civile del Senato.
Secondo l'accusa, Berlusconi aveva fatto avere all'ex senatore Idv Sergio De Gregorio 3 milioni di euro per passare dal centrosinistra al centrodestra votando la sfiducia al governo prodi nel 2008.
In primo grado Berlusconi, insieme all'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola, era stato condannato a 3 anni con la sospensione dai pubblici uffici per 5 anni, mentre De Girolamo aveva patteggiato una condanna a 20 mesi nel 2013. A presentare ricorso sono però stati solo il leader di Forza Italia e il suo partito. Nonostante il verdetto di prescrizione, resta salva la costituzione di parte civile del Senato che, in un giudizio separato, potrebbe ancora ottenere il risarcimento dei danni derivati dalla compravendita della funzione parlamentare.