OLTRE 6.900 I PROCEDIMENTI

Dipendenti pubblici, 220 i licenziati in un anno: la metà per assenze

Quasi 7mila i procedimenti disciplinari avviati nei confronti del personale. In tanti (35%) cacciati per reati

18 Gen 2015 - 12:26
 © ansa

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Duecentoventi dipendenti della Pubblica amministrazione sono stati licenziati nel 2013 in seguito a procedimenti disciplinari avviati nei loro confronti, 6.900 in tutto. Secondo i dati riportati sul sito della Funzione pubblica, quasi la metà dei provvedimenti sfociati appunto nel licenziamento sono dovuti ad assenze ingiustificate o non comunicate nei tempi previsti.

Tra le motivazioni, ai 99 licenziamenti legati alle assenze seguono i 78 connessi a reati (il 36%), i 35 causati da comportamenti non corretti verso i superiori o i colleghi, da negligenza e inosservanza degli ordini di servizio (il 16%). Completano il quadro le uscite dovute al fenomeno del cosiddetto doppio lavoro, attività extralavorative non autorizzate (7, pari al 3%). Se si guarda, sempre con riferimento all'operazione dell'Ispettorato, ai diversi settori, il maggior numero di licenziamenti si osserva per scuole (81) e ministeri (66).

Rispetto all'anno precedente la cifra complessiva risulta pressoché stabile (223 erano stati i licenziamenti nel 2012), ma allora la ragione principale per l'interruzione del rapporto di lavoro era collegata ai reati, che spiegavano il 47% dei licenziamenti (le assenze dal servizi erano al 29%). Sempre i reati erano il motivo di quasi la metà delle interruzioni del rapporto di lavoro nel 2011, quando però il numero complessivo di licenziamenti disciplinari risultò più alto (288).

I procedimenti non sfociano comunque soltanto nei licenziamenti. Si possono concludere anche con una sospensione: di giorni, ma anche di mesi, in cui il dipendente viene privato della retribuzione. In tutto le sospensioni sono state quasi 1.400 nel 2013, sempre stando ai dati del sito della Funzione pubblica (aggiornati a gennaio).

Il totale dei procedimenti disciplinari (6.935 quelli avviati e 6.302 quelli conclusi) si chiude quindi in un quarto dei casi con l'adozione di sanzioni gravi, quali sono considerate il licenziamento o la sospensione, fa notare l'Ispettorato nella sua relazione sull'attività condotta nel 2013. I dati emersi, sottolineano all'Ispettorato, segnalano un numero di procedimenti conclusi con sanzione grave, appunto circa il 25%, "stabile" nell'ultimo triennio (con la stragrande maggioranza corrisponde a sanzioni piuttosto che a licenziamenti).

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