Mario Fortini, primo cittadino di Casteldelci, è finito ai domiciliari con l'accusa di violenza sessuale aggravata e detenzione di materiale pedopornografico. Scrisse su Facebook: "Sono perfettamente a posto con la coscienza"
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Il sindaco di Casteldelci, Mario Fortini, comune dell'entroterra riminese, è agli arresti domiciliari per violenza sessuale aggravata e detenzione di materiale pedopornografico. L'indagine ha preso avvio ad agosto, quando i militari sono venuti a conoscenza di presunti abusi sessuali compiuti da Fortini su una 15enne fin da quando la bambina aveva 4-5 anni.
Abusi per 10 anni
Le indagini hanno permesso di ricostruire la vicenda di violenza nei confronti della minorenne, che sarebbe iniziata nel 2002, quando la piccola aveva 4-5 anni, e proseguita fino alla scorsa primavera. Dall'inchiesta denominata con nome di fantasia "Aurora", confermata dalla testimonianza della vittima degli abusi, è emerso che la bambina sarebbe stata costretta a subire atti sessuali per circa dieci anni, di solito in casa di Fortini e qualche volta anche all'aperto.
Il materiale pedopornografico
I militari della Compagnia di Novafeltria su autorizzazione della Procura di Rimini hanno perquisito l'abitazione del sindaco e i suoi uffici in municipio a Casteldelci e sequestrato telefoni cellulari, computer, pen drive, lettori cd rom, dvd e altro materiale informatico. Dall'esame del contenuto del materiale informatico è emersa la presenza di materiale pedopornografico.
Il divieto di avvicinare minorenni
Oltre ai domiciliari al sindaco è stato vietato di comunicare, con qualsiasi mezzo anche telefonico e telematico, con minorenni e per 6 mesi con la famiglia della ragazza.
Lui su Facebook: "Sono a posto con la coscienza"
Quando la vicenda finì sui giornali, ai primi di novembre, Fortino si sfogò su Facebook. "Oggi è una di quelle giornate che la ragione manderebbe tutti al diavolo... se non fosse per la serenità dell'animo che ci guida e controlla le emozioni, sarebbe proprio il caso di urlare e manifestare tutta la rabbia che abbiamo in corpo contro tutta la cattiveria che il mondo dei malvagi ci rovescia addosso". Senza far riferimento all'inchiesta, il primo cittadino scrisse: "Se questa deve essere una croce la porteremo con serenità fino in fondo, ma auguro a chi me l'ha tirata la stessa situazione.... per provare cosa vuol dire sopportare accuse e malversazioni ignobili e false". "Non sono un tipo che molla - concluse -, soprattutto quando mi sento perfettamente a posto con la mia coscienza, ma chi mi conosce sa anche che sono determinato a non farmi calpestare".