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Firenze, tradizione scoppio del carro, ma la colombina non finisce il percorso

31 Mar 2013 - 15:11
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Davanti a migliaia di fiorentini e turisti, si è ripetuta
a Firenze la tradizione dello scoppio del carro
, ma questa volta
la colombina non ha compiuto l'intero percorso
così come invece vuole la tradizione per indicare la "buona sorte".
Il razzo, sagoma di una colombina, partito dall'altare centrale del Duomo, ha compiuto l'intero percorso sul filo d' acciaio andando ad innescare i fuochi del "
brindellone
" (questo il nome che i fiorentini danno al carro), posto tra il Duomo e il Battistero.
Il razzo però, nel ritorno, si è fermato prima di arrivare all'altare maggiore
. La tradizione vuole invece un percorso senza intoppi perché l'andamento dell' attività agricola abbia una "buona sorte". I fiorentini più anziani ricordano ancora che nell'aprile del 1966 la colombina non incendiò "il brindellone" e nel novembre ci fu l'alluvione.
La storia affida a
Pazzino de' Pazzi, al ritorno da una crociata nel 1099, le origini dello scoppio del carro
. Fu Pazzino, infatti, a riportare alcune
pietre focaie del sepolcro di Cristo
con le quali poi a Firenze venivano illuminate le celebrazioni del Sabato Santo. In un secondo tempo la cerimonia venne spostata alla domenica e i fiorentini decisero di costruire un carro trionfale che ancora oggi è scortato fino in piazza Duomo dagli armigeri del Comune nei tipici costumi. La forma attuale del carro risale al Seicento. Per tutto l'anno quello che i fiorentini chiamano il "brindellone" resta in un apposito deposito di via il Prato e il giorno di Pasqua arriva al Duomo trascinato da quattro buoi, ripuliti e agghindati per la festa.

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