Per l'ultimo saluto a Giulio Regeni, la comunità di Fiumicello apre le porte
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Tra i residenti si è costituita in poche ore una rete di solidarietà per ospitare gli amici del 28enne ucciso in Egitto che vorranno partecipare al funerale
Se prima si era stretta intorno alla famiglia, ora la piccola comunità di Fiumicello (Udine), luogo di origine di Giulio Regeni, il 28enne ucciso in Egitto, si allarga in senso di accoglienza agli amici dello studente che verranno per salutarlo l'ultima volta, venerdì, alla cerimonia funebre. In poche ore si è costituita infatti una rete tra i residenti per ospitare in casa e assistere chi vorrà partecipare ai funerali.
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Gli abitanti di Fiumicello: "Siamo concreti, il contributo che possiamo dare è nell'operatività" - "Le persone arriveranno da lontano - spiega Nadia che, pur non conoscendo Giulio e conoscendo solo superficialmente la madre Paola, ha dato il via alla catena di solidarietà - affrontano una spesa, il minimo che possiamo fare è la possibilità di stare qui nelle nostre case; siamo disponibili ad andare a prenderli alla stazione, in aeroporto, far loro da mangiare. Quello che ci sarà da fare, si farà. Molti saranno giovani probabilmente".
Pragmatica la signora: "Per questo fatto pazzesco che è accaduto possiamo fare poco, il contributo che possiamo dare è nell'operatività. Le parole sono poche, occorre agire più che parlare, qui la gente è molto concreta", conclude. E ha messo a disposizione una camera con due letti.
Una ventina di posti letto già a disposizione - Bruno Lasca, amico della famiglia Regeni e assessore all'Istruzione, precisa che "per il momento sono una ventina i posti letto messi a disposizione, ma il numero cresce rapidamente". Nella scelta di "chi ospita chi", viene privilegiata, ovviamente, la conoscenze delle lingue, visto che si attendono persone da diversi Paesi stranieri. Gli amici e colleghi di Giulio dovrebbero cominciare ad arrivare a partire da giovedì.
Famiglia Regeni: "Venga chiunque voglia, ma nessun vessilo, bandiera o slogan" - La famiglia, ringraziando "tutti e in particolare la comunità di Fiumicello per la solidarietà e l'affetto dimostrati", ha chiesto che alla cerimonia chiunque venga a titolo personale, nella condivisione personale del dolore, senza ostentare vessilli, bandiere, slogan o qualsiasi altro simbolo che richiami qualcosa di diverso dall'essere persone che si stringono intorno ad altre persone. Dunque, né telecamere né fotocamere o mezzo di ripresa audiovisiva. Il sindaco, Ennio Scridel, darà il buon esempio: "Non indosserò la fascia tricolore e nemmeno ci sarà il gonfalone del Comune".