Il corpo di Mirko Vincini, 30 anni, è l'unico che non è ancora stato trovato. Prima del crollo il giovane si trovava proprio sotto il ponte e stava iniziando il turno di lavoro
Paola non vuole andarsene. Da martedì mattina è ai piedi del viadotto crollato a Genova, giorno e notte, aspetta qualche notizia. Sotto le macerie c'è suo figlio, Mirko Vicini, 30 anni: è l'unico ancora disperso. "Io di qui non mi muovo finché non lo trovano", dice da quattro giorni. Se ne sta in un angolo a piangere e a guardare il lavoro incessante dei Vigili del Fuoco.
Poco prima del crollo, Mirko si trovava proprio sotto il ponte, stava per iniziare il turno di lavoro all'isola ecologica dell'Amiu, la Municipallizata dei rifiuti, dove si smaltisce tutto quello che non va a finire nei cassonetti. Il corpo del collega, Bruno Casagrande, è stato ritrovato, ma di Mirko ancora nessuna traccia. I dirigenti dell'Amiu hanno offerto a Paola un posto letto nella palazzina dello stabile dove suo figlio passava prima di entrare in servizio.
Per due giorni ha dormito lì, poi si è trasferita dall'altra parte del fiume, dove la Croce Rossa ha messo a disposizione una roulotte solo per lei. Tutti hanno provato a convincerla a tornare a casa, che si trova a pochi passi dal luogo dell crollo, per riposarsi qualche ora. Ma lei non vuole sentire ragioni, non c'è luogo che si possa dire casa se non c'è Mirko.