Per ora non ci sono indagati né ipotesi di reato, ma si potrebbe arrivare ad ipotizzare un'istigazione al suicidio. La rabbia degli amici sul social network. La madre: "Riposa in pace figlio mio"
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La Procura di Roma ha avviato un'inchiesta sul suicidio del 15enne deriso su Facebook e additato come gay. Le indagini sono al momento senza indagati o ipotesi di reato. Non si esclude che si possa successivamente arrivare ad ipotizzare l'istigazione al suicidio. Gli inquirenti hanno già avviato una serie di accertamenti per tentare di capire quali siano le ragioni che hanno portato il giovane al gesto estremo.
Oltre ai familiari potrebbero essere ascoltati a breve anche gli amici e compagni di classe del ragazzo. C'è tanta rabbia tra gli amici nei confronti di quelli che lo prendevano in giro creando anche un falso profilo Facebook, profilo dove il nome del giovane risulta storpiato e simile solo per assonanza ma declinato al femminile. E che si riempie di minuto in minuto della rabbia dei compagni del 15enne.
"La pagherete spero in qualche modo. L'ignoranza che regna nelle vostre teste ha ucciso un ragazzino di 15 anni e voi ne siete colpevoli al 99%", questo scrive più di un utente. "Vergogna!", scrive uno; "Dovrete fare i conti con la vostra coscienza per il resto della vita", gli fa eco un altro. E ancora: "Che quello che è successo vi serva per rendervi conto di quanto fa male essere derisi", "Siete il tumore del mondo, il marcio dell'umanità, la sporcizia del genere umano", si legge ancora. In una gara di solidarietà gli amici del ragazzo stanno mettendo la sua foto sui loro profili, lo salutano, lo abbracciano.
"Non ho parole... spero che ora siate contenti, bastardi pezzi di m...", "Fate schifo! Vergognatevi, siete da arrestare tutti", "Assassini, spero moriate!", si legge scorrendo la bacheca che registra decine e decine di commenti. "Dov'è quel bullo che modificava le tue foto ora? spero che il rimorso durerà a lungo", chiedono alcuni utenti. E ancora: "Avete ucciso una persona, non fisicamente, ma emotivamente", "Siete più bigotti di ogni adulto, siete voi che lo avete ucciso", "Siete degli squallidi e assassini. Complimenti! Avete raggiunto il vostro scopo".
Ma la rabbia non è solo per chi lo prendeva in giro su Facebook. C'è chi da la colpa anche ai professori: "La mia rabbia va anche verso la sua professoressa. Come si è permessa di richiamare un ragazzo con le unghia smaltate?". Alcuni chiedono l'intervento della Polizia postale: "Spero riesca ad arrivare ai vostri indirizzi - scrive un utente - e che parta una denuncia che vi rovini la vita per sempre". E qualcuno li vede già al tavolo degli imputati in tribunale: "In bocca al lupo ai vostri avvocati. Spero possano perdere la lingua prima dell'udienza. Imbecilli". Mentre un altro grida la sua rabbia in stampatello: "Luridi pezzi di m... spero tanto vi condannino per istigazione al suicidio".
La madre su Facebook: "Riposa in pace figlio mio"
"Forse perché così mi pare ancora di parlarti, forse per questo entro ed esco dal tuo profilo, indosso il tuo pigiama, cerco tra i tuoi appunti, i tuoi disegni, le tue cose". Sono queste le parole affidate a Facebook dalla madre del 15enne. "Voglio abbracciare i tuoi amici - scrive - perché voglio abbracciare te e tutto il tuo mondo. Non capiamo, non accettiamo. Ti vogliamo con noi e basta!".
Nel suo profilo la donna ha messo una foto di lei e del figlio che sorridono abbracciati verso l'obiettivo di una macchina fotografica. "Intanto - scrive, con lo strazio di una madre che vede morire il proprio figlio - papà ed io domani saremo da te per quell'ultimo bacio che tu dovevi a noi, perché così avrebbe dovuto essere per natura. Ci mancano le tue battute, le tue risate, le tue urla. Ci manca tutto. Anche il rumore dei tuoi passi quando giravi per casa nel silenzio della notte. Tutto di te! Eri ancora così acerbo, capace di un amore così grande, tu che ancora non avevi dato il tuo primo bacio. Con tutto l'amore che posso, riposa in pace figlio mio adorato".