INCHIESTA

Ior, arrestati alto prelato e uno 007

Roma, in manette anche un broker: l'accusa è corruzione e truffa. Il religioso è monsignor Nunzio Scarano, di Salerno

18 Lug 2013 - 19:24
 © Ansa

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Un alto prelato, un funzionario dei Servizi segreti e un broker finanziario sono stati arrestati con le accuse di corruzione e truffa nell'ambito di un filone autonomo dell'indagine sullo Ior, la banca vaticana, in corso alla Procura della Repubblica di Roma. Il religioso è monsignor Nunzio Scarano, di Salerno.

Monsignor Scarano è responsabile del servizio di contabilitù analitica dell'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), l'organismo che gestisce i beni della Santa Sede. Scarano, tra l'altro, è coinvolto a Salerno in un'altra indagine per ricettazione.

La procura di Roma ha inoltre avviato una serie di accertamenti per fare chiarezza sull'origine delle ingenti disponibilità finanziarie ed immobiliari del religioso.

Le altre due persone arrestate sono l'agente dell'Aisi Maria Zito e il broker Giovanni Carenzio. Tra i reati contestati, oltre alla truffa ed alla corruzione anche la calunnia. La vicenda giudiziaria ruota intorno ad un accordo tra Scarano e Zito finalizzata a far rientrare dalla Svizzera 20 milioni cash di proprietà di alcuni amici del monsignore a bordo di un jet privato. Per questo ''servizio'', Zito avrebbe ricevuto 400 mila euro

I provvedimenti, dopo le indagini svolte dal nucleo valutario della Gdf, sono stati chiesti dalla procura di Roma. Le richieste sono state accolte dal gip della capitale, Barbara Callari. Sullo Ior Papa Francesco ha appena istituito una commissione ad hoc.

Il legale di Scarano: chiarirà tutto - ''Monsignor Nunzio Scarano chiarira' tutto ai magistrati romani, come ha già fatto con quelli salernitani'': lo ha detto, interpellato dall'Ansa, l'avvocato Silverio Sica. Scarano è difeso anche dall'avvocato Franco Coppi.

La Santa Sede: "Non abbiamo richieste dall'Italia" - Il Vaticano, da parte sua, per bocca del portavoce padre Federico Lombardi fa sapere che "come noto monsignor Scarano era stato sospeso dal servizio presso l'Apsa da oltre un mese". E che la Santa Sede "non ha ancora ricevuto alcuna richiesta sulla questione dalle competenti autorità italiane, ma conferma la sua disponibilità a una piena collaborazione".

Armatori D'Amico: "Estranei alla vicenda" - Gli armatori Paolo, Cesare e Maurizio D'Amico si dichiarano estranei alla vicenda che ha portato in carcere monsignor Scarano e pronti a fornire ogni chiarimento all'autorità giudiziaria. "In relazione alle notizie apparse sulla stampa in data 28 giugno 2013 - affermano - relative alla presunta esportazione illecita di valuta ed al successivo tentativo di reimportazione della somma di 20 milioni, attraverso l'interposizione dei sig.ri Nunzio Scarano e Giovanni Carenzio, precisiamo di essere totalmente estranei a tali fatti in ordine ai quali forniremo ogni chiarimento all'autorità giudiziaria". (ANSA).

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