I suoi avvocati avevano presentato la domanda per motivi di salute. I giudici: "Se scarcerato potrebbe fuggire". L'ex esponente di Forza Italia sconta una pena per concorso esterno in associazione mafiosa
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Il Tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto la richiesta di scarcerazione per motivi di salute avanzata dai difensori di Marcello Dell'Utri. L'ex senatore di Forza Italia è attualmente detenuto nel carcere romano di Rebibbia, dove sta scontando una pena a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. I giudici: "Se scarcerato potrebbe fuggire, la sua patologia non è in stato avanzato". La moglie di Dell'Utri: "Accanimento contro di lui".
Le motivazioni - Secondo i giudici, Dell'Utri deve rimanere nel carcere di Rebibbia, perché il tumore di cui soffre non è in stato avanzato e perché "deambula", dunque sarebbe in grado di fuggire. I magistrati sono convinti inoltre che l'ex senatore di Forza Italia possa essere curato adeguatamente presso i reparti sanitari previsti nelle carceri. Nelle motivazioni viene citata anche la richiesta di condanna a 12 anni di reclusione avanzata di recente dalla procura di Palermo nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia, che vede Dell'Utri imputato di minaccia e violenza a corpo politico dello Stato.
La moglie di Dell'Utri: "Le motivazioni sono barzellette" - "Le motivazioni dei giudici sono tutte barzellette", ha dichiarato Miranda Ratti, moglie di Marcello Dell'Utri. "Non credo più nella giustizia, c'è troppo accanimento contro di lui. Come fa un pm a valutare se la condizione di salute di mio marito è grave o non è grave?", ha aggiunto.
Secondo quanto accertato dai medici di Rebibbia, che hanno inviato una serie di relazioni ai giudici di Sorveglianza, Dell'Utri è affetto da una cardiopatia e da una forma di diabete grave e a luglio gli era stato diagnosticato un tumore maligno alla prostata.
Durante un'udienza straordinaria, svolta il 2 febbraio, i difensori dell'ex parlamentare, gli avvocati Alessandro De Federicis e Simona Filippi, hanno spiegato che anche "il garante dei detenuti sostiene che sia il carcere che le strutture protette sono inadeguate per le cure di cui ha bisogno Dell'Utri". I penalisti chiedevano, quindi, gli arresti domiciliari ospedalieri all'istituto Humanitas di Milano. Già il 5 dicembre scorso i giudici di piazzale Clodio avevano detto "no" alla scarcerazione.