La gendarmeria avrebbe già aperto un'inchiesta, la Santa Sede non smentisce e non conferma: "Nessun commento"
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Nuovo giallo in Vaticano. Il computer del revisore dei conti della Santa Sede, Libero Milone, sarebbe stato violato. Lo stesso Milone, scelto a giugno da Papa Francesco per supervisionare e controllare conti e bilanci di tutti gli organismi, avrebbe presentato una denuncia alla gendarmeria vaticana, che ha aperto un'indagine. "Al momento non abbiamo nulla da dire", replica la Sala stampa della Santa Sede.
La violazione informatica sarebbe avvenuta nell'ufficio di Milone in Via della Conciliazione, a Roma.
La vicenda si inserisce anche nel clima di conflitto per il controllo delle finanze che ha visto contrapposte la Segreteria per l'Economia guidata dal cardinale australiano George Pell, i cui poteri sono stati ridimensionati rispetto alle previsioni iniziali perdendo di fatto quelli sulla gestione dei beni, e la Segreteria di Stato con a capo il cardinale Pietro Parolin, "primo ministro" della Santa Sede.
La figura di Milone - Il curriculum dell'uomo scelto dal Pontefice parla da sé: 32 anni di esperienza nella multinazionale dell'auditing Deloitte & Touche, di cui Milone è stato ceo per l'Italia; e un passato nei cda di società quotate tra cui Fiat Industrial, Indesit e numerose altre. Lo statuto dell'ufficio del revisore generale gli garantisce di agire "in piena autonomia e indipendenza", rispondendo soltanto al Papa e con la facoltà, nelle sue verifiche, di andare ovunque nella città-Stato per scandagliare le situazioni finanziarie e la gestione di ogni dipartimento.