La vittima di un collega, molestata e minacciata, rischia di non avere giustizia, per lungaggini e intoppi procedurali
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Dpo 13 anni dalla prima denuncia e dopo 27 udienze (la prima datata 2012), Uno stalker che ha letteralmente rovinato la vita di una collega, se l'è cavata con otto mesi in primo grado. Non solo, l'uomo, Roberto Turatti, vede già il traguardo della prescrizione ormai a un passo. Per tre volte infatti il processo, svoltosi a Roma, cambia il giudice, la sentenza di primo grado arriva a un passo dalla scadenza termini.
Eleonora Palazzetti, 46 anni oggi, riporta il Corriere della Sera, condivide con il suo aguzzino la professione di curatore fallimentare. lo stalker si sente vittima di un complotto e oltre a denunciare un giudice, poi assolto, si accanisce sui colleghi. In particolare la vittima è Palazzetti, che, riassume il decreto di citazione diretta a giudizio del pm Antonella Nespola, "viene insultata, minacciata, diffamata, tempestata di sms e telefonate anche sul numero della madre, pedinata al lavoro e a casa fino ad arrecarle un perdurante stato di ansia e di paura per se e per i propri familiari".
Turatti, 57 anni, viene radiato dall'albo, ma questo non lo ferma. Un giorno raggiunge la sua vittima per strada e le punta una pistola in faccia.
La pima udienza si tiene nel 2012, ma per due volte cambia il giudice titolare del processo. Così, dopo cinque anni, si riparte da zero perché la difesa non da l'ok alla rinnovazione degli atti. Impedimenti, ritardi e certificati medici fanno il resto fino a che si ripresenta il rischio che il giudice cambi di nuovo. Palazzetti scrive al presidente del tribunale per sollevare il caso e arriva infine il verdetto. L’unico e ultimo episodio che si salva dalla prescrizione è quello della pistola, ma fra un anno anche questo non sarà più perseguibile.