Il blocco della fornitura idrica potrebbe cominciare dopo il 28 luglio. Garantiti gli ospedali e le altre aree sensibili
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Turni di otto ore senza acqua ogni giorno per circa un milione e mezzo di romani: è il piano ipotizzato da Acea per fronteggiare la crisi idrica, una volta che saranno sospesi i prelievi dal lago di Bracciano ordinato dalla Regione Lazio. Lo stop dell'erogazione potrebbe concretizzarsi la notte o la mattina per turni in ogni quartiere o municipio. Acea spiega che non è ancora stabilito da quale punto della città si comincerà né la durata dello stop.
Acea spiega che il blocco della fornitura idrica potrebbe iniziare dopo il 28 luglio, giorno in cui partirà la sospensione delle captazioni dal lago di Bracciano. Un incontro tra la Regione e l'azienda per trovare soluzioni alternative non sarebbe ancora stato fissato ma si attendono contatti per definire il da farsi anche in seguito all'auspicio della sindaca di Roma Virginia Raggi all'insegna della collaborazione per garantire l'acqua alla città. Il piano Acea comporterebbe la tutela di ospedali, vigili del fuoco e delle altre attività sensibili.
Pd Lazio: "Spropositata ipotesi di uno stop di 8 ore" - "L'ipotesi di 8 ore di sospensione di acqua a Roma avanzata da Acea ci sembra francamente spropositata e sospetta. Ancora ieri i dirigenti parlavano di captazione irrilevante dal Lago Bracciano oggi questo 'irrilevante' diventa una minaccia inaccettabile per centinaia di migliaia di cittadini". Lo afferma in una nota Fabio Melilli, segretario Regionale Pd Lazio.
L'emergenza siccità in tutta la regione - Nel Lazio le criticità maggiori si registrano a Latina dove sono compromessi fino al 50% i raccolti di mais, ortaggi, meloni, angurie. Complessivamente i danni - tra investimenti sostenuti per le semine, aggravio di spese per gasolio o corrente per irrigare, mancata produzione diretta di foraggio per gli allevamenti e mancato reddito - si attestano tra 90 e i 110 milioni di euro, secondo la Coldiretti.
La lunga siccità ha messo a dura prova tutte le province della Campania, dove la Regione ha chiesto al Governo di dichiarare lo stato di calamità naturale. La Coldiretti stima che i danni possano ammontare a circa 200 milioni di euro, ma occorrerà attendere la fine dell'estate per comprenderne la reale dimensione.