Il militare è stato colpito all'addome dallo straniero durante un controllo di routine. Arrestato l'aggressore
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Un maresciallo dei carabinieri è stato ferito al torace da un segalese con un cacciavite e si trova ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Galliera di Genova. Il militare insieme a un collega, stava controllando due ragazzi stranieri durante un servizio di prevenzione: nella colluttazione è rimasto lievemente ferito anche il collega, un carabiniere semplice. L'autore dell'aggressione, che si è dato alla fuga, è stato arrestato.
Decisivo l'intervento di altri carabinieri e alcuni agenti che si trovavano nella zona per la festa della polizia in programma venerdì. La posizione dei due senegalesi è al vaglio dell'autorità giudiziaria. Quello che ha materialmente colpito il maresciallo con il cacciavite rischia l'accusa di tentato omicidio.
Il maresciallo dei carabinieri in servizio alla stazione di San Teodoro Scali è stato colpito con almeno cinque fendenti. Il militare, secondo quanto ricostruito, è stato colpito alla bocca, all'addome, alla spalla, al braccio e alla gamba ed è stato giudicato guaribile in 22 giorni. Nelle prossime ore sarà dimesso dal pronto soccorso dell'ospedale Galliera dove è stato ricoverato.
Ferito nella colluttazione anche un secondo militare che ha riportato lievi lesioni con prognosi di 7 giorni. Il sostituto procuratore di turno Sabrina Monteverde ha deciso di procedere con l'arresto solo del senegalese che ha materialmente colpito il militare. L'amico, un connazionale di 49 anni, è stato di fatto scagionato dall'arrestato secondo il quale il secondo senegalese "è arrivato in un secondo momento" e "non è stato coinvolto nella colluttazione". Accertamenti da parte dei carabinieri in questo senso sono in corso.
L'aggressore, di 31 anni, lavora come operaio edile in una ditta del centro storico cittadino, è accusato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Ancora non è stato accertato se il furgone nei pressi del quale è avvenuta l'aggressione sia di provenienza furtiva. L'uomo ha detto di averlo in uso da un connazionale che attualmente si trova all'estero. I carabinieri verificheranno anche questa circostanza.