Condannato a 16 anni per il delitto della fidanzata Chiara Poggi, l'ex bocconiano scrive un lungo sfogo dalla sua cella di Bollate: "I fatti e le carte provano la mia innocenza: trovato un colpevole a tutti i costi"
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"Sono una vittima, come Enzo Tortora. Non sono un detenuto, sono un prigioniero": è lunga, articolata e intensa la lettera che arriva dal carcere di Bollate alla redazione di Qn e che riporta queste frasi. A scriverla di proprio pugno, a stampatello, su sei facciate di foglio protocollo, è Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco (Pavia) nell'agosto 2007. "Si è voluto trovare un colpevole a tutti i costi", continua.
"La mia speranza, ancora oggi, è che tutti si possano rendere conto della condizione in cui vengono a trovarsi persone che come me - si sfoga Alberto Stasi, - a causa di questa malsana tendenza a condizionare i processi celebrandoli, prima e male in tv, si trovano a essere giudicati in modo errato rispetto a quella che è la realtà. Del resto, in situazioni come queste, le persone vengono esibite come trofei alzati al cielo dopo una vittoria. È sempre stato così e sempre sarà, da Sacco e Vanzetti a Tortora".
Sotto accusa i processi mediatici e il voler trovare a tutti i costi un colpevole, scrive ancora l'ex bocconiano. E la conclusione: "Non è facile per un innocente che attendeva i giorni della sentenza con la speranza di ritornare libero, entrare in carcere. Sto cercando di inserirmi nella realtà carceraria. Il lavoro svolto da educatori, volontari e direzione penitenziaria è encomiabile. La vita di un detenuto non è solo una condizione fisica, ma è anche (e soprattutto) mentale: il corpo può essere ristretto, la mente no. Non mi sento un detenuto. Mi sento un prigioniero. Non voglio cedere allo sconforto, se non altro per le persone che amo e che non mi hanno mai lasciato solo. Benché io sia esausto, mi auguro di trovare la forza per resistere e ricominciare, passo dopo passo, quella forza che solo un innocente in cuor suo può avere in questa situazione".