Lecco, la donna condannata a vent'anni per aver somministrato loro iniezioni d'aria
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Permesso premio e Natale in famiglia in vista per Sonya Caleffi, l'infermiera che uccise cinque pazienti con punture d'aria all'ospedale Manzoni di Lecco e che per quei delitti ha trascorso in carcere sette anni. La donna, 41 anni, ribattezzata "l'angelo della morte", probabilmente usufruirà di questa possibilità nelle prossime feste e starà con i suoi, a Tavernerio, in provincia di Como.
La donna è stata condannata a vent'anni per quei cinque omicidi e per altri due tentati, ma l'accusa gliene ha sempre contestati quindici. Adesso per lei potrebbe scattare il permesso premio, come scrive il "Giorno". Sonya uccise le sue cinque vittime, come ha stabilito la sentenza di primo grado, confermata in Appello e in Cassazione. Ma il suo avvocato, Claudio Rea, assicura che adesso lei "è un'altra persona".
Dall'inizio dell'anno la Caleffi è stata trasferita dalla cella di San Vittore a Bollate, ha lavorato al call-center e in stireria. E ha anche trovato la sua anima gemella, un detenuto di San Vittore con cui si è sposata a maggio.
Su quegli omidici, Sonya ha sempre ammesso le sue responsabilità, ma con una speigazione: diceva che voleva creare l'emergenza e risolverla per attirare l'attenzione su di sè, come ha sempre sostenuto il suo avvocato. Che aggiunge: "Ora assume solo farmaci stabilizzanti e segue una terapia di supporto psicologico". Lo scopo: aiutarla a rendersi conto di tutto il male che ha provocato.