Scoperto il computer di cui l'ex capitano dell'Atalanta negò l'esistenza. Petrucci: "Spero non sia tutto vero, questo scandalo turba tutto il mondo dello sport"
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Gli investigatori hanno trovato nella cassaforte nell'abitazione di Cristiano Doni un computer portatile che l'ex capitano dell'Atalanta aveva negato di possedere. Gli inquirenti sperano ora di trovare sul pc ulteriori elementi a conferma delle accuse. Dalle indagini delle autorità croate, intanto, emerge il tariffario per manipolare i risultati: centomila euro ai giocatori del Grosseto per una sconfitta con uno scarto di almeno due gol.
Al centro delle indagini resta l'ex capitano dell'Atalanta, Cristiano Doni. Durante alcune perquisizioni, gli investigatori hanno trovato il computer del quale l'uomo aveva sempre negato l'esistenza. La speranza è che possa contenere tracce dei contatti con gli altri indagati. Continuano le ricerche anche della scheda telefonica intestata a un cittadino romeno e utilizzata da Doni, secondo l'accusa, per comunicare con l'organizzazione.
Proprio sulle comunicazioni telefoniche, Doni ha dimostrato i timori maggiori. Parlando attraverso il cellulare di un amico con Nicola Santoni, il preparatore dei portieri anche lui finito in manette, Doni parla in falsetto e raccomanda al suo interlocutore di fare lo stesso. Al centro della telefonata, racconta il quotidiano Repubblica, la possibilità di manipolare l'Iphone del preparatore poi sequestrato dalla polizia. "Tramite il computerino cambi il passwordino", spiega Santoni.
Gli insulti in Grosseto-Reggina
Le carte delle indagini croate, intanto, sono state trasmesse in Italia. Dai fascicoli emerge un tariffario da capogiro per truccare i match. Ai giocatori del Grosseto Carobbio, Conteh, Joelson e Acerbis per la sconfitta in casa della propria squadra contro la Reggina sarebbero stati offerti centomila euro. L'accordo prevedeva due gol di vantaggio degli ospiti, risultato finale con almeno tre reti e nessun gol subito nei primi 15 minuti. Non andò così. Al 90', sull'1-2, Carobbio si rifiuta di calciare un rigore dato al Grosseto. Sul dischetto arriva il capitano Consonni che trasforma, manda in fumo tutto e si becca gli insulti dei compagni.
Petrucci: "Lo scandalo calcioscommesse turba il mondo dello sport"
"Abbiamo chiesto aggiornamenti sui fatti di ieri. Le scommesse hanno turbato tutto lo sport italiano. Siamo tutti turbati, ma anche le Leghe devono esserlo. La Lega di A ha fatto un incontro e non è stato detto nulla in merito alle scommesse, parlano solo di divisioni di soldi". Queste le parole del presidente del Coni Gianni Petrucci al termine della giunta in riferimento agli ultimi sviluppi dell'inchiesta sul calcioscommesse della procura di Cremona.
"Le immagini che abbiamo visto sono molto negative - ha aggiunto Petrucci - anche se mi auguro che non sia tutto vero. Anni fa avevamo già detto che le scommesse erano un problema. Adesso dobbiamo proseguire su questa linea. Non chiedo pene esemplari, le leggi ci sono e vanno applicate".
Il cappellano del carcere: "Doni è sereno"
"Doni è tranquillo e sereno. L'ho incontrato e quando mi sono presentato da lui stava leggendo un libro che ha chiesto alla biblioteca interna del carcere", parole del cappellano del carcere di Cremona, Don Felice Bosio, sulle condizioni di Cristiano Doni riportate dalla versione online dell'Eco di Bergamo.