IL SISTEMA SESTO

L'inchiesta su Penati sfiora Fassino e D'Alema"I soldi del sistema Sesto arrivavano a Roma"

Chiusa l'indagine da parte della procura di Monza e da alcune carte sequestrate spuntano nomi importanti: "Il Pd pagato attraverso le coop rosse"

12 Giu 2012 - 08:29
 © Ap/Lapresse

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La procura di Monza ha chiuso le indagini sulla vendita dell'area Falck e la Serravalle chiedendo il giudizio per l'ex sindaco di Sesto, Fillippo Penati, e altri. Ma l'inchiesta coinvolge in parte anche il Pd: stando ad alcuni interrogatori i soldi che venivano raccolti con le tangenti raggiungevano Roma attraverso i lavori dati alle coop rosse. Secondo Il Giornale le carte sequestrate rivelano il coinvolgimento di Fassino e D'Alema.

"Così la parte romana è a posto"
Una lettera sequestrata all'allora sindaco di Milano Gabriele Albertini, scritta dall'ex assessore al Traffico Giogrgio Goggi, rivela che l'imprenditore Marcellino Gavio era interessato alla quota Serravalle perché era considerato essenziale ai fini della campagna elettorale: "Gavio - si legge - aggiunse che si era impegnato con Fassino e D'Alema". E che i soldi arrivino al Pd nazionale lo dice anche Diego Cotti, genero di Pasini (il costruttore che ha fatto scoppiare il caso) e politicamente vicino a Penati: "Dovevo convincere Pasini ad acquisire il terreno dai Falck [...] con la certezza che sarebbe diventato edificabile e in cambio avrebbe corrisposto una provvigione proporzionale all'affare [...] soldi destinati al gruppo Penati ma anche il partito avrebbe avuto la sua parte attraverso le coop".

Il sistema Sesto confermato dalle intercettazioni
Circa un anno fa quando erano "ancora in atto" decisioni sulle aree edificabili sui terreni una volta occupati dalla Falck e dalla Marelli sono state intercettate conversazioni che hanno confermato (...) la verosimile esistenza di accordi illeciti". E' quanto scrivono in una richiesta di proroga di intercettazioni firmata dai pm di Monza e ora depositata tra gli atti dei filoni di indagine appena chiusi con al centro il cosiddetto "Sistema Sesto". Nell'atto la Procura cita ogni informativa della polizia giudiziaria "dalla quale si evince la programmazione di un incontro riservata tra l'imprenditore Giuseppe Pasini e il consigliere presso il comune di Sesto San Giovanni Antonio Lamiranda nonchè la telefonata tra Giordano Vimercati (ex braccio destro di Penati) e Marco Bertoli (ex direttore generale del comune), telefonate entrambe chiaramente inerenti ai rapporti intrattenuti in relazione ai progetti" di edificabilità sulle aree "in una delle quali si dà conto dell'esistenza di diplomazie segrete".

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