La banda di 6 persone, 3 italiani e 3 albanesi finiti in manette, cercava di "vendere" per 35 milioni di euro presunte informazioni che avrebbero dovuto favorire il leader del Pdl nel processo, tra queste un video di un incontro tra Fini e i magistrati che si occupano della vicenda
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Giuseppe Spinelli, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi, è stato sequestrato nella notte tra il 15 e il 16 ottobre, in casa sua, per diverse ore con la moglie da alcuni malviventi. Gli aggressori gli hanno chiesto 35 milioni di euro in cambio di documentazione che, a loro dire, sarebbe stata utile all'ex premier nel processo sul Lodo Mondadori. La polizia ha arrestato la banda. Il gip: "Forse pagato un riscatto di 8 milioni".
Il gip: forse pagati 8 milioni per il riscatto
Tra le ipotesi al vaglio dei pm milanesi titolari dell'inchiesta aperta sul sequestro resta ancora aperta la pista del pagamento di un riscatto, come si legge nell'ordinanza di arresto firmata dal gip Paola Di Lorenzo. In una telefonata tra due indagati, Maier e Leone, si fa riferimento a una cifra di 8 milioni di euro che potrebbe essere legata al pagamento di un riscatto per il sequestro Spinelli. E parlando tra loro, intercettati, pianificano come poterli portare in Svizzera dopo averli prelevati dalle cassette di sicurezza. Gli inquirenti, scrive il gip, hanno quindi ipotizzato "che possa trattarsi di una parte del riscatto che potrebbe essere stato pagato in un momento successivo al rilascio degli ostaggi ma non monitorato". Lo stesso gip, parlando dell'ipotesi del riscatto, scrive che si tratta di "una ricostruzione possibile, come è anche possibile che il denaro sia riconducibile ad altri affari illeciti di Francesco Leone (uno degli arrestati, ndr)".
Sei persone in manette
La polizia ha arrestato in tutto sei persone: Francesco Leone, un pregiudicato pugliese di 51 anni, specializzato in questo genere di reati, arrestato a Paliano (Frosinone), Pierluigi Tranquilli, di 34 anni, residente a Olevano Romano (Roma), pregiudicato, e Alessio Maier, di 46 anni, residente a Malnate (Varese), anch'egli con precedenti. Oltre a questi 3, ritenuti gli organizzatori e gli ideatori ci sono 3 albanesi pregiudicati di 33, 28 e 39 anni: Ilirjan e Laurenc Tanko e Marjus Anuta. Decine anche le perquisizioni disposte dalla Dda di Milano.
Capo banda tradito dalle sue scarpette rossonere
Durante la ricostruzione delle fasi del sequestro di Spinelli e della moglie, la polizia ha precisato che il capo della banda si è tradito anche per via di un paio di scarpette rosse con le stringhe nere, da appassionato milanista quale egli è. Per le indagini è stata determinante, comunque, anche una sua traccia biologica lasciata in casa del ragioniere.
Ghedini: "Sequestro per avere denaro da Berlusconi"
"In realtà non avevano in mano nulla", così l'avvocato Nicolò Ghedini a proposito del rapimento di Spinelli e della moglie. Il legale ha precisato che non c'era un ricatto ma che avevano "sequestrato il ragioniere" per avere in cambio da Berlusconi denaro. "Spinelli - ha raccontato - era talmente sotto choc che non riusciva a dire di essere stato rapito perché temeva della vita della moglie e della figlia". "Era terrorizzato - ha aggiunto - perché era ancora sotto la minaccia di armi".
"Se noi non vediamo i documenti non paghiamo una lira", avrebbe detto Ghedini al telefono la mattina del 16 ottobre a Spinelli che gli aveva spiegato la proposta fatta dai rapitori. Ghedini nel ricostruire quegli attimi ha raccontato di aver detto al ragioniere, a proposito della proposta fatta dai rapitori: "Guardi possiamo anche parlarne, possiamo anche decidere di pagare però lei deve venire ad Arcore e portare copie dei documenti". Il ragioniere secondo la ricostruzione dell'avvocato, in quel momento gli ha risposto di non potersi muovere.
"Spinelli parlò di filmati su Fini"
Ghedini ha spiegato poi che la mattina in cui il ragioniere Spinelli lo chiamò mentre stava per essere liberato gli parlò di "filmati su Fini". Filmati che sarebbero stati proposti dai sequestratori tra i documenti "scottanti" che sostenevano di avere in mano per riuscire a ribaltare l'esito della causa sul Lodo Mondadori: documenti che gli avrebbero consegnato in cambio di 35 milioni di euro.
Nel cd, secondo quanto riferito dai rapitori a Spinelli, sarebbe stato presente un video in cui veniva mostrato Gianfranco Fini a cena con i tre magistrati che si sono occupati del lodo Mondadori. In queste immagini, stando a quanto detto dai malviventi, si sentiva Fini chiedere ai magistrati di aiutarlo a "fregare" Berlusconi e che, se lo avessero fatto, gli sarebbe stato grato per tutta la vita. Di questo cd, tuttavia, gli investigatori non hanno trovato traccia.
Spinelli: "Dopo il sequestro andai subito da Berlusconi"
Subito dopo il sequestro, Spinelli, come emerge dalla sua deposizione e da quella della moglie, andò a casa di Berlusconi. Da Arcore rincasò verso le 15. "Ho riferito a mia moglie'' - ha detto ai pm - che per ragioni di sicurezza bisognava dormire altrove".
L'incubo nella notte tra il 15 e il 16 ottobre
Il sequestro lampo è avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 ottobre. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il ragioniere, appena rilasciato dai suoi sequestratori, alle 9 del mattino del 16 ottobre, è stato "prelevato" dagli uomini della scorta di Silvio Berlusconi. Nessuno, però, ha avvisato la polizia giudiziaria del reato commesso fino al pomeriggio del giorno dopo, il 17 ottobre, quando un legale dell'ex premier si è recato in Procura. Appena saputo dell'accaduto, gli investigatori si sono recati a Bresso, alla residenza di Giuseppe Spinelli, per un accurato sopralluogo scientifico.
La cronaca di quella notte
Ore 21.45 - I sei, armi alla mano, bloccano Spinelli, ritenuto il tesoriere di Berlusconi, appena uscito dall'ascensore, costringendolo a entrare nella propria abitazione a Bresso (Milano), la cui porta è stata nel frattempo aperta dalla moglie. Per tutta la notte, fino alle 9 del mattino successivo, la coppia viene terrorizzata e privata della libertà personale sotto la minaccia delle armi.
Ore 7:30 - I sequestratori obbligano Spinelli a telefonare a Berlusconi allo scopo di ricevere da quest'ultimo, quale prezzo della liberazione del suo dipendente e di sua moglie, una somma di denaro (attorno ai 35 milioni) in cambio anche di documentazione cartacea e/o su supporto informatico di asserito interesse per lo stesso Berlusconi, e cioè audio che a loro dire avrebbero potuto ribaltare la sentenza sul lodo Mondadori, costata all'ex premier oltre 500 milioni di risarcimento a Carlo De Benedetti.
Ore 9:00 -Gli aggressori si allontanano dall'appartamento, dopo aver estratto dalla videocamera dell'impianto di videosorveglianza la cassetta su cui erano registrate le immagini sia dell'aggressione a Spinelli sia dell'arrivo di Leone.