ALLA CONSULTA

Giudici Milano: la legge 40 discrimina

"Condiziona coppie sterili e infertili". Impedisce loro di formare una famiglia: parola alla Consulta

04 Apr 2013 - 16:12
 © Ansa

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Il divieto di fecondazione eterologa, previsto dalla legge 40, "condiziona la possibilità delle coppie sterili o infertili di poter concorrere liberamente alla realizzazione della propria vita familiare". Lo scrivono i giudici di Milano sollevando la questione di incostituzionalità davanti alla Consulta. Nel 2012 proprio la Consulta aveva chiesto ai singoli tribunali di tenere conto di una sentenza della Corte di Strasburgo a favore del divieto.

Il Tribunale civile di Milano, con un'ordinanza depositata il 29 marzo, ha stabilito che il divieto di fecondazione eterologa si pone in contrasto con alcuni principi costituzionali, tra cui il diritto fondamentale all'autodeterminazione della coppia, il principio di eguaglianza tra coppie e il diritto alla salute. I giudici chiedono, dunque, ancora una volta, alla Consulta di pronunciarsi sulla legge 40 che ha per l'ennesima volta ha subito una bocciatura.

Marilisa D'Amico avvocato e anche consigliere comunale milanese del Pd, assieme agli avvocati Maria Paola Costantini, Massimo Clara e Sebastiano Papandrea, assiste la coppia affetta da azoospermia completa che aveva ha presentato nel 2010 ricorso al Tribunale civile di Milano per poter accedere alla fecondazione eterologa, vietata dalla legge 40 del 2004 giudicano la notizia "molto positiva" e confidano nell'esito positivo dell'esame da parte dei giudici della Corte Costituzionale, affinché "entro qualche mese, forse entro la fine dell'anno, le coppie in Italia potrebbero avere accesso alla fecondazione eterologa".

La coppia ha presentato nel 2010 ricorso al Tribunale civile di Milano per poter accedere alla fecondazione eterologa, vietata dalla legge 40: un ricorso per chiedere "che venga resa giustizia e di poter provare ad avere un figlio in Italia, non potendosi permettere economicamente di recarsi all'estero". Già in passato la prima sezione civile del Tribunale di Milano aveva deciso di inviare gli atti di questo caso alla Consulta per incostituzionalità della legge 40. A giugno, però, la Corte Costituzionale ha deciso di rimandare gli atti ai giudici per "accertare, alla luce della nuova esegesi fornita dalla Corte di Strasburgo, se ed entro quali termini permanga il denunciato contrasto" con le norme costituzionali.

I ricorsi erano infatti per lo più basati su una precedente sentenza giunta da Strasburgo, che aveva condannato l'Austria proprio per il divieto di eterologa. Verdetto che però è poi stato ribaltato dalla Grande Camera in appello nel novembre 2011. Da qui la richiesta della Consulta di una nuova valutazione ai tribunali.

Ora il Tribunale civile di Milano ha stabilito che il divieto di fecondazione eterologa si pone in contrasto con alcuni principi costituzionali, tra cui il diritto fondamentale all'autodeterminazione della coppia, il principio di eguaglianza tra coppie e il diritto alla salute. I giudici chiedono, dunque, ancora una volta, alla Consulta di pronunciarsi. "E' una notizia molto positiva - ha spiegato l'avvocato D'Amico - perché, entro qualche mese, forse entro la fine dell'anno, le coppie in Italia potrebbero avere accesso alla fecondazione eterologa".

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