L'uomo, oggi 84enne, all'epoca soffriva già di Alzheimer. La figlia non ha fatto ricorso perché non ha mai avuto gli atti del procedimento
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Nel 2015 si viene condannati a 45 giorni di carcere per il furto di una salsiccia. Oppure si paga una pena pecuniaria di 11.250 euro per evitare le sbarre e regolare i conti con la giustizia. La vicenda è ancora più inquietante se a intascarsi il salume, nel giugno 2010, fu un pensionato all'epoca 79enne e con i primi sintomi dell'Alzheimer. La storia è accaduta a Cremona con la figlia dell'uomo che non ha fatto ricorso perché non mai entrata in possesso degli atti.
Il pensionato, nel giugno 2010, si mise letteralmente in tasca una salsiccia da 1,76 euro dal frigo di un supermercato di Cremona. Un controllo all'uscita gli costò il fermo e la denuncia da parte delle guardie giurate all'autorità giudiziaria. Tre anni dopo la condanna di primo grado: 45 giorni per "aver tratto profitto impossessandosi" della merce "con l'aggravante della destrezza" per essersi messo in tasca il salume. La figlia del pensionato si presentò in Tribunale per aver copia degli atti e preparare il ricorso in Appello ma, a suo dire oggi, non ce n'era traccia.
La storia cade nel dimenticatoio fin quando pochi giorni fa la donna non ne parla con il suo avvocato attuale e finisce sulle pagine del "Corriere della Sera". Ormai la sentenza è passata in giudicato e il "mariuolo" deve sborsare 11.250 euro per quella salsiccia.