Lutto nella moda, morto a Milano lo stilista Elio Fiorucci: stroncato da malore a 80 anni
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Pioniere della moda democratica, aprì il suo primo negozio nel capoluogo lombardo nel 1967 per poi conquistare le piazze più importanti del mondo
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E' morto nella sua casa di Milano Elio Fiorucci, colpito da un malore. Stilista di fama internazionale, aprì il suo primo negozio nel capoluogo lombardo nel 1967 per poi col tempo conquistare le piazze più importanti del mondo, comprese Londra e New York. Nel 1990 la cessione della sua azienda alla società giapponese Edwin International, con cui ha comunque continuato a collaborare fino al 2001. Il 10 giugno Fiorucci aveva festeggiato 80 anni.
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Fiorucci aveva cominciato a occuparsi di moda fin da giovane, quando aveva 17 anni collaborò con il padre in un negozio di scarpe. Pioniere della moda democratica, con il suo stile pop negli anni Settanta rivoluzionò il mondo delle passerelle. Le sue collezioni si ispiravano allo street style, con un'impronta trasgressiva. La sua visione della moda ha cambiato il costume italiano e riscosso grande successo a livello internazionale.
Lo stilista non rispondeva da domenica al telefono e per questo i familiari hanno dato l'allarme. A trovarlo senza vita sono stati i primi soccorritori entrati nella sua casa milanese di viale Vittorio Veneto. "Godeva di buona salute", spiega il suo ufficio stampa, che non esclude che Fiorucci possa essere stato colpito da malore domenica sera o durante la notte.
Renzi: "Addolorato per sua scomparsa" - "Sono addolorato per la scomparsa di Elio Fiorucci, spirito libero, talento creativo che ha saputo tenere insieme l'operosità della sua Milano e il marchio dell'Italia in tutto il mondo, con grazia, curiosità, passione". Così il premier Matteo Renzi, in una nota, esprime il cordoglio per la scomparsa dello stilista milanese.
Fiorucci, stilista-imprenditore milanese, nel periodo della contestazione giovanile, tra gli anni 60 e 70, aveva portato la sua rivoluzione nei costumi, immettendo lo spirito londinese nel gusto italiano e facendone un mix nuovo apprezzato in tutto il mondo.
Esordio ancora da teenager - Fiorucci fece il suo ingresso nella moda all'età di 16 anni come apprendista nella "bottega paterna" dove si vendevano pantofole. E' negli anni 60 che il giovane Elio, dopo aver fatto esperienza con i clienti del negozio del padre, "e dopo aver capito il mondo del lavoro", raccontava, decise di seguire il suo istinto, mettendosi a produrre il suo "stile libero".
"Sono sempre stato apolitico - spiegava- amante della libertà di pensiero. Ho vissuto a soli sei anni il trauma della Seconda Guerra Mondiale, ma ho avuto la fortuna di vivere dopo un periodo affascinante come gli anni 60, momento storico di grande cambiamento sociale, dove i giovani pensavano a libertà e pace. E' stato allora che ho avvertito il bisogno di esprimermi liberamente, senza vincoli politici di destra o di sinistra. Sono stato definito un 'hippie della moda' e mi sento proprio così".
L'invenzione del fast style tra paninari e pariolini - E a suo modo, Fiorucci nel periodo della contestazione giovanile fece la sua rivoluzione nella moda inventando il fast style, quei capi di abbigliamento a colori fluo, le T-shirt stampate con gli angioletti e i cuori e gli accessori in plastica, amati dai giovani di quella generazione, soprattutto in Italia, identificati a Milano come 'paninari' e a Roma come 'pariolini'.
Dalla moda all'ecologia - Fiorucci era a suo modo un visionario, attento fino alla fine ai cambiamenti della società e della moda, come prova il successo del suo nuovo marchio Love Theraphy by Elio Fiorucci, nato 11 anni fa, dopo aver venduto nel 1990 la Fiorucci spa, costituita negli anni 70, alla società giapponese Edwin Co. Ltd, con tutti i brand di cui essa era titolare. Ma il "vecchio leone della moda" continuava a dare il suo apporto fashion da osservatore e invitato all'Expo, puntava ad un argomento che gli stava molto a cuore: il rispetto per la natura. Questo può essere considerato il suo testamento morale.
"Alla fine della terribile Guerra Mondiale - spiegava Fiorucci - si era generato un movimento di sognatori illuminati che vedevano nella pace tra gli uomini il più grande bene, approdati poi negli anni 50-60 a uno stile di vita che ha trovato la sua sintesi nello slogan 'Peace and Love'. Era una visione poetica che introduceva a un discorso d'equilibrio e armonia tra uomini, natura e animali, in una sorta di rispettosa convivenza di uno stesso spazio vitale. Non era un sogno dettato dall'emozione di un momento, ma un progetto globale che partiva da una profonda analisi dei tempi. Ora vorrei risvegliare le coscienze, perché ci vuole coerenza per poter cambiare e dobbiamo farlo: il pianeta ci sta trasmettendo inequivocabili segnali di sofferenza. Il cambiamento dipende solo da noi e inizia dalle nostre abitudini alimentari, dalle scelte al supermercato, al ristorante e nei negozi di abbigliamento".
E concludeva: "Mi piacerebbe così reintrodurre nel nostro lessico quotidiano due parole considerate obsolete. La prima è spreco. Perché i nostri eccessi si riflettono negativamente sull'equilibrio del Pianeta, limitando le risorse di tutti. Cerchiamo allora di tradurre in un codice deontologico le regole di una convivenza armoniosa, di un condivisione equa, mettendo nero su bianco i nostri doveri verso animali, natura, ambiente e verso il prossimo. Riscopriremmo così il valore della seconda parola empatia".