La donna, di origini sudamericane, è stata bloccata dal personale prima che lasciasse il policlinico
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Una donna di origini sudamericane di 33 anni ha tentato di portare via una neonata dalla clinica Mangiagalli di Milano. La piccola, 10 giorni di vita, era nella culla in camera con la madre che si stava organizzando per le dimissioni. La donna l'ha presa e si è diretta verso l'uscita, ma il personale ha subito intuito cosa stava accadendo e l'ha bloccata. Arrestata, è accusata di sequestro di persona e sottrazione di persona incapace.
La bimba in quel momento era nella culla in camera con la madre, una moldava. L'ecuadoriana, sposata e residente a Mediglia, è entrata nella stanza, ha preso in braccio la bambina e si è giustificata con la madre dicendole che doveva portarla a fare dei controlli. Ma la puerpera ha intuito che qualcosa non andava. L'ecuadoriana non ha fatto tempo a uscire dalla stanza che la madre della neonata ha chiamato il personale.
Un'ostetrica ha immediatamente individuato l'ecuadoriana, che cercava di allontanarsi correndo con la bimba in braccio. Nel giro di pochi secondi la donna è stata fermata mentre era ancora nelle scale del reparto. E' stata chiamata la vigilanza, che l'ha presa in consegna, avvisando carabinieri e polizia. La bimba invece è stata subito riportata alla madre, che è stata dimessa poco dopo. "E' un episodio incredibile, da noi non si era mai verificata una cosa simile", ha commentato il direttore medico di presidio, Basilio Tiso. "Del resto questa donna è entrata durante il regolare orario di visita, mica si possono impedire le visite a mamme e neonati".
La confusione, ha sottolineato il direttore medico del presidio, "è inevitabile". "Purtroppo un ospedale è un luogo aperto, tanto più quando si parla di un reparto di maternità - ha detto Tiso -. Qui abbiamo un'ottantina di neonati, provate a pensare quante visite possono esserci. E' inevitabile che ci sia sempre molta gente". E se non fosse intervenuta prontamente la vigilanza, l'ecuadoriana avrebbe potuto finire vittima propria dei tanti genitori presenti, che dopo essersi resi conto dell'accaduto volevano prendere loro in consegna la donna, che e' stata invece affidata ai carabinieri. La Clinica Mangiagalli ha assicurato che potenzierà il servizio di vigilanza e rafforzerà le procedure d'ingresso.