Renzi alla Scala: terrorismo non ci fa paura Livelli di sicurezza straordinari per la Prima
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"Non ci facciamo chiudere in casa", ha ribadito il premier. Controlli con i metal detector anche per i (pochi) vip presenti all'evento. Manifestano Cub e centri sociali in piazza prima dello spettacolo
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E' stata la Prima più "blindata" di sempre quella che si è svolta al Teatro alla Scala di Milano. Il tradizionale appuntamento scaligero in occasione della ricorrenza di Sant'Ambrogio ha infatti visto dispiegare a protezione dell'evento oltre 700 tra agenti e militari, metal detector per i controlli e per la prima volta anche i tiratori scelti, appostati sui palazzi intorno. "Non dobbiamo sottovalutare niente, ma non ci faremo rinchiudere in casa", ha detto il premier Matteo Renzi al suo arrivo. "Sarebbe la risposta più sbagliata - ha proseguito - a ciò che sta avvenendo".
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Misure di sicurezza straordinarie - Dopo i tragici fatti di Parigi e un allarme dell'Fbi che sottolineava la possibilità di un attentato alla Scala sono state disposte misure di sicurezza straordinarie. Ma nonostante le minacciose premesse, la Prima si è svolta senza incidenti a parte il tradizionale copione di proteste - quest'anno particolarmente sottotono - che avvengono contemporaneamente al concerto all'esterno dei Piermarini.
Agenti e militari in assetto da ordine pubblico - Il dispiegamento delle forze dell'ordine era cominciato già nel pomeriggio quando centinaia di agenti e militari in assetto da ordine pubblico, artificieri e uomini con giubbotti antiproiettile e mitra, facevano mostra di sé praticamente in tutta la piazza e nelle vie limitrofe. Già a metà pomeriggio, poi, un'ampia zona di "rispetto" era stata creata tra il teatro e Palazzo Marino grazie all'utilizzo di transenne. Una piazza che più blindata non si può che ovviamente suscitava lo stupore dei passanti. Le porte del Piermarini si sono aperte puntualmente alle 17 per far entrare gli spettatori tra due ali di agenti e militari e i flash dei fotografi.
Controlli con i metal detector - Gli invitati sono giunti all'ingresso principale del teatro dopo che le loro auto erano state controllate ai varchi presidiati in via Manzoni. Una volta superate le porte c'era un secondo controllo con metal detector che avveniva però lontano da occhi indiscreti. Anche chi è giunto a piedi è stato controllato con i metal detector portatili. Il clima di tensione internazionale deve però aver suggerito ai manifestanti di mantenere un basso profilo e soprattutto di evitare le violenze, visto che il livello delle proteste e' stato decisamente inferiore agli anni scorsi.
Manifestazioni di "rito" fuori dal teatro prima dell'inizio - Attimi di tensione si sono verificati in piazza, più o meno di fronte a Palazzo Marino, quando un gruppo di manifestanti della Cub si sono accalcati contro le transenne accendendo fumogeni e esponendo manifesti e striscioni contro la guerra. Poco prima sempre la Cub aveva manifestato contro le morti per amianto utilizzando anche i colorati suoni di una banda di ottoni. E poco prima ancora alcune decine di antagonisti del centro sociale Cantiere avevano manifestato con una sorta di sfilata di moda ironica che aveva però per protagonisti i precari di tutte le età. Subito dopo l'ingresso e l'inizio del concerto la piazza si è rapidamente svuotata. Poco più in là, i protagonisti veri di questo Sant'Ambrogio meneghino, i cittadini comuni, stazionavano in Galleria, davanti ai megaschermi, per seguire "Giovanna d'Arco" tra luminarie e vetrine.