Il complice di Martina Levato e Alexander Boettcher sta collaborando con gli inquirenti
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Terza denuncia per la studentessa bocconiana Martina Levato e il broker Alexander Boettcher con la stessa medesima accusa: avrebbero aggredito un ragazzo lanciandogli contro dell'acido. Quest'ultimo caso risale alla notte tra l'1 e il 2 novembre scorso ed era rimasto insoluto. A fare luce ci ha pensato il complice della coppia diabolica, un bancario 32enne che sta collaborando con gli inquirenti.
I due amanti sono già sotto processo per aver sfigurato con dell'acido il 22enne Pietro Barbini e indagati per aver tentato di sfregiare un altro giovane. Ad incastrare la cosiddetta coppia diabolica ci sarebbero alcune dichiarazioni rese ai magistrati milanesi dal loro presunto complice, il bancario Andrea Magnani fermato due giorni fa. Il gip ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare in carcere per l'uomo di 32 anni, accusato di concorso in lesioni gravissime.
Sarebbe stato lui a fare delle telefonate con un'utenza 'Voip', non rintracciabile, per attirare Barbini, lo scorso 28 dicembre, ad un appuntamento "trappola" per la finta consegna di un pacco in via Giulio Carcano. E sempre il bancario avrebbe accompagnato Martina con la sua auto (usata poi anche per la fuga) portando in una borsa anche due contenitori con dell'acido "di scorta" che gli aveva consegnato Boettcher. Fatti "molto gravi" per il gip che ha poi evidenziato il pericolo di fuga e di inquinamento probatorio, date anche le dichiarazioni rese da Magnani quando era solo un testimone e tendenti alla "manipolazione", come il tentativo di fornire un alibi alla studentessa.
Il bancario, anche compagno di allenamenti in palestra di Boettcher, tuttavia, oltre a ripetere di aver fatto solo quello che il broker gli chiedeva ("non potevo dirgli di no"), durante l'interrogatorio avrebbe fornito elementi per collegare la coppia anche ad un'altra aggressione. Fatti per i quali i due verranno a breve formalmente indagati, dati i "ragionevoli e fondati sospetti".
L'episodio risale alla notte tra l'1 e il 2 novembre scorso, quando verso le 5 del mattino Stefano Savi, 25enne studente all'Università Bicocca, venne sfregiato con dell'acido mentre rientrava a casa, in via Quarto Cagnino, dopo una serata. Magnani avrebbe racconto ai magistrati che Boettcher, in particolare, gli aveva chiesto qualche giorno prima di fare una sorta di "sopralluogo" nella zona dove abitava il giovane (è stato dimesso dopo tre mesi di ricovero e rischia di perdere la funzionalità di un occhio).
Gli investigatori, oltre a vagliare la posizione di Magnani come presunto complice nei tre casi, stanno prendendo in considerazione l'ipotesi che Savi, rappresentato dai legali Andrea Orabona e Benedetta Maggioni, sia stato sfigurato per uno scambio di persona (gli inquirenti stanno acquisendo alcune sue foto) e che il vero 'obiettivo' era Giuliano Carparelli, a lui molto somigliante e che qualche giorno dopo, il 15 novembre, riuscì a schivare l'acido. E Carparelli e Barbini, sempre secondo le ipotesi degli inquirenti, sarebbero stati colpiti nell'ambito di quel rapporto malato tra Martina e Alexander che prevedeva anche degli "atti purificatori".