In manette è finito anche Fabio Rizzi, braccio destro di Maroni. Tra le accuse quella di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Il gip: "Pazienti truffati sui costi delle prestazioni"
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Ventuno persone sono state arrestate con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d'asta e riciclaggio. L'indagine, denominata "Smile", ha ricostruito l'operato di un gruppo imprenditoriale accusato di aver corrotto funzionari delle gare di appalto pubbliche lombarde, bandite da diversi ospedali per la gestione esterna di servizi odontoiatrici. In manette anche il consigliere regionale della Lega Fabio Rizzi.
Perquisizioni in Consiglio regionale - Fabio Rizzi è braccio destro di Roberto Maroni e autore della riforma lombarda della Sanità. Ordine di custodia cautelare anche per la moglie di Rizzi, alla quale sono stati concessi gli arresti domiciliari. Per entrambi c'è l'accusa di associazione per delinquere. Perquisizioni nel domicilio di Rizzi e negli uffici al Consiglio regionale.
Gip: pazienti truffati su costi prestazione - Dalle indagini è emerso che "la gestione degli ambulatori odontoiatrici in regime di service era organizzata in modo da favorire il ricorso, da parte dei cittadini, alle prestazioni in regime di solvenza", ossia a carico del richiedente. Secondo il gip di Monza Emanuela Cobetta, l'utente era portato a scegliere il servizio in solvenza perché "convinto fosse più rapido e dal costo solo di poco superiore".
La compagna di Rizzi riscuoteva le tangenti - Lorena Lidia Pagani, la "compagna convivente" del consigliere Rizzi e finita anche lei in manette, "svolgeva il ruolo di prestanome del medesimo al fine di ricevere, per conto del predetto, il prezzo della corruzione". Lo si legge in un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare. Inoltre anche Silvia Bonfiglio, "compagna convivente" di Mario Longo, "svolgeva il ruolo di prestanome" di Longo "al fine di ricevere, per suo conto, il prezzo della corruzione corrisposto dall'imprenditrice Maria Paola Canegrati".
A Rizzi finanziamenti per la campagna 2013 - Nella sua qualità di primo consigliere della Regione Lombardia e di presidente della commissione Sanità, Rizzi sarebbe stato remunerato dal gruppo imprenditoriale al centro dell'inchiesta con il finanziamento della campagna elettorale alle regionali di febbraio 2013. In particolare, i finanziamenti sarebbero arrivati dall'imprenditrice Maria Paola Canegrati, agli arresti. Stessa accusa anche per Mario Longo, membro dello staff di Rizzi.
Proprio Longo, in un'intercettazione telefonica, avrebbe detto: "Ti dico una cosa riservatissima, la campagna elettorale di Fabio l'ha sostanzialmente finanziata al 100% la dottoressa Canegrati". Per Rizzi e Longo, secondo quanto emerge dalle indagini della Procura di Monza e dei carabinieri di Milano, risulterebbero anche altri versamenti, tra cui una tangente di 50mila euro pagata in contanti, grazie all'intermediazione di un soggetto accusato di riciclaggio, e una serie di finte consulenze, per 5mila euro al mese, fatturate dalla moglie di Longo.
Cattaneo: "Duro colpo per la Regione" - "Sul piano umano non è una notizia di cui dobbiamo rallegrarci. Sul piano istituzionale è un altro duro colpo alla credibilità di questo Consiglio regionale, che stiamo cercando di recuperare". Così il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo, ha commentato l'arresto di Rizzi. Cattaneo ha anche aggiunto però che resta "sacrosanto il principio costituzionale di presunzione di innocenza".