Tutta la redazione e la direzione si stringono con grande vicinanza al dolore della famiglia
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La redazione di Tgcom24 piange la morte della collega Elisabetta Carli, portata via a soli 50 anni da un tumore al cervello. Una battaglia durata dieci anni. I colleghi si stringono attorno ai familiari in questo triste momento. Ci scusiamo con i lettori se per una volta non pensiamo a loro e dedichiamo uno spazio del giornale a noi. Qui di seguito apriamo una bacheca a favore dei colleghi di Elisabetta Carli che vogliono lasciare un ricordo, un saluto, un pensiero ad un'amica che non c'è più.
Sai che un bel po' di volte ai tempi ho cercato su Google se esisteva davvero Eli Gazeta, e non l'ho trovato, e non capivo, e comunque alla fine pazienza, perché mi faceva sorridere, quel nome. E quindi se era una cosa di fantasia era ancora più divertente. L'ho cercato anche stasera, stavolta sapendo benissimo che non l'avrei trovato. L'articolo l'hai finito, il box l'ho dovuto fare, con nessuna voglia, come mille altre sere. Dacci un occhio. Notte Betta.
Andrea
In qualsiasi angolo di cielo tu sia avrai qualcosa da leggere e un articolo da scrivere. Ciao Betta.
Sauro
Mi ricordo ancora la prima volta che ci siamo visti: due giovani giornalisti chiamati a provare a far rivivere La Notte vent'anni fa. Poi ci siamo ritrovati prima ad Affari Italiani e poi a Tgcom. Ti ricordi degli urlacci del nostro caporedattore al giornale Porro? Beh, se lo incontri digliene quattro adesso. Siamo grandi abbastanza. E ogni tanto dai una occhiata al tuo sito. Ciao Betta.
Sergio
Nel nostro lavoro ci sono quei flash di agenzie che ti lasciano senza parole, perché inattesi. E quelli di notizie che sapevi sarebbero arrivate. La tua Betta è riuscita a condensare entrambe le emozioni. Ci lasci, ma non senza aver lottato. Dieci anni fa ti avevano dato per spacciata: tu li hai fregati. Hai resistito come una tigre, ci hai fatto compagnia ancora un po'. Ti ringrazio per quello che ci hai dato, sei stata il collante di un gruppo scalcagnato di giovani arrembanti del giornalismo online. Hai creduto in noi, abbiamo riso, ci siamo incazzati. Ci hai dato tante emozioni. Ricordo la tua ultima telefonata di qualche mese fa quando mi annunciavi l'intervento: "Dai Betta, riposati, io ti aspetto qui". Invece sei andata avanti. Ci rivedremo lo so. Saluta chi sai tu e scusami se ogni tanto qui per ricordarti ti prenderò ancora un po' in giro coi tuoi "gaaaz", i tuoi "lo sapevate?", le foto nei pezzi più assurde come il feto di cane o l'archibugio. So che riderai anche tu.
Michele
Stager, lo sapevate, la francia e le infermiere che sono tutte putt... Gli altri non sanno cosa si sono persi.
Ciao Betta
Massimo
Questa, cara Betta, è l'ultima cosa che avrei voluto scrivere. Vorrei poter alzare gli occhi dallo schermo e trovarti qui, pronta a farmi notare qualche refuso perfino in queste righe. Sempre con il sorriso, come solo tu sapevi fare. Vorrei togliere gli auricolari e imbattermi in una delle tue interviste in francese a chissà chi. Trovare le tue consegne chilometriche all'alba e godermi ancora una volta l'imperdibile "rassegna stampa" che ci regalavi ogni mattina. La grande voglia di vivere che non ti ha mai abbandonato, nemmeno nei momenti più difficili di questi anni, mi sarà sempre di grande esempio. Ciao Betta.
Ale
Al di là delle lunghe giornate al lavoro, io mi ricordo quella serata della salama, a casa tua, un bel po' di anni fa. La salama da sugo che avevi portato da Ferrara, la tua città, e che per me era un oggetto misterioso. Tra un bicchiere di rosso e l'altro mi spiegasti la storia, la complessa preparazione e la bontà di quella bomba gastronomica per palati e stomaci veri, mica per mammolette. E mentre mi parlavi della salama diventava più marcata la tua cadenza ferrarese, la cui dolcezza si sposava perfettamente con quella della tua espressione. La stessa dolcezza che il tuo sguardo aveva l'ultima volta che ti ho visto, pochi mesi fa, per il tuo compleanno. Il prossimo lo festeggerai lassù, e fagli assaggiare la salama, farai un figurone!
Domenico
Le prime sere in cui restavo da solo al comando - avevo 26 anni - dall'altra parte spesso c'eri tu, collega e un po' mamma. E come mamma, in una redazione di single, sei stata una delle poche persone con cui io da neopapà potevo confrontarmi: pappe e pannolini, consigli e aneddoti, gioie e sacrifici.
Gianni
Non avrei mai voluto scriverti per salutarti per sempre. Ma lo faccio con il sorriso, come tu mi hai insegnato. Sei stata una brava collega, ma soprattutto sei stata una cara amica e un esempio per me e per tutti quelli che ti hanno voluto bene. La tua voglia di vivere e di ridere non ti ha mai abbandonata e per questo ogni volta che ti penserò sorriderò. Mi mancherai, ciao Bettina.
Caterina
Ciao Betta, Betta che ridi, Betta seria, Betta che sai sdrammatizzare, Betta che mi aiuti nei miei primi giorni in redazione, Betta che nel 2006 mi incoraggi per l'esame di Stato e mi dai le dritte, Betta che mi insegni a cucinare e mi passi le ricette ferraresi, Betta che mi spieghi come fare un titolo, come pubblicare una foto, come sopportare i colleghi maschi e mandarli a stendere con un sorriso, Betta che giochiamo ai mimi a casa tua e poi cambiamo le aperture in corsa e tu mi dici "tranquilla, ce la fai". Ciao Betta coraggiosa, allegra, seria, amica. Nel mio cuore per sempre.
Saida
Difficilmente scrivo qualcosa pubblicamente in occasione di tragedie così grandi come quella che colpisce la tua famiglia, Betta. Come quella che colpisce tutti noi. Ma questa volta è una necessità: unire la mia voce a quella di quei colleghi che più di me ti sono stati vicini quotidianamente nel lavoro e che ti hanno visto spegnere poco a poco. Non sono venuto a trovarti, questa volta, dopo che ho saputo che quel tumore ti stava divorando. Chiedevo di te, mi informavo, telefonavo spesso a Mario, dicevo a me stesso che me ne sarei pentito. Ma non ce la facevo a vederti così. Non so spiegarti il motivo. So solo che la stessa cosa la facevo a 18 anni, quando mio padre combatteva contro il suo di tumore: facevo fatica a vederlo sofferente. Ti ho pensata, ti sto pensando e non ti dimenticherò. Ti voglio bene, Betta. Non è giusto ciò che ti è capitato. Non è giusto ciò che - con la tua morte - capita a tutti noi, costretti a piangere un'amica che ci lascia con un nodo in gola e il rammarico di non averla abbracciata abbastanza.
Chicco
Alla morte non ci si abitua mai. Dopo le lacrime, però arrivano i ricordi e i sorrisi. Ed è così che mi piace pensare a te, Betta. Il destino ci ha uniti. Stesso giorno di nascita e compagni di "banco" in ufficio. Ogni volta tante risate. Volontarie e involontarie. Impossibile dimenticare le tue consegne e alcune "chicche" fotografiche che ormai fanno parte della storia di questa redazione. Lavorare con te è stato un grande piacere. Davvero. Il 25 ottobre mi mancheranno i tuoi auguri. Ma io ti penserò sempre.
Stè
Incorreggibile. Sei incorreggibile. Anche questa volta sei riuscita a piazzarci un refuso grosso così. Non doveva essere morte, con la erre. Doveva essere molte. Molte, con la elle. Molte cose da fare, molte giornate da passare, molti turni da coprire, molti pezzi da scrivere... E invece te ne sei andata. Da lassù, adesso, dai un occhio ai nostri, di refusi: quelli che tutti fanno, gli errori della vita. Se ne trovi qualcuno, segnala a chi di dovere: "Ma lo sapete che..."
Luca
Carissima, anche se ci siamo viste qualche volta, tu ed io siamo state soprattutto colleghe al telefono. Per questo, più che il tuo viso, in questo momento mi è presente la tua voce. Morbida, un po' scura, da contralto. Ma sempre tranquilla, pacata, anche quando si lavorava in fretta, sotto pressione. Ti sei sempre presa il tempo per essere gentile, anche se dovevamo solo dirci che il pezzo era pronto e se potevo fare io il box. Stamattina mi manca questa voce. Mi mancherà sempre.
Raffaella
Alla fine è arrivato. Si cerca di sfuggire al tempo, di ibernarlo con lo spazio per bloccare la vita, non pensandolo. Poi però gli argini di questa cosa misteriosa si rompono. Lei è più forte. Vita e morte. E ti stravolge, non ci si abitua mai, no. Tu hai lottato fino alla fine con quella forza che non riuscivo mai a spiegarmi. E quella forza nel tuo sguardo vispo e nella tua risata frizzante, quella, non può portarcela via nessuno e niente. Ciao Betta.
Luisa
Nonostante il nostro mestiere consista nel lavorare con le parole, in questi casi io le perdo tutte. Temo la retorica quanto l'inadeguatezza a esprimere cosa si prova in un momento del genere. Quindi ti saluto semplicemente con il sorriso sulle labbra, perché sono legati a te alcuni dei momenti più divertenti della vita di redazione di questi anni e non dimenticherò mai la tua capacità di vivere anche le situazioni più dure con candore e leggerezza. Ciao Betta.
Massi
Falli rigare tutti diritto e se qualcosa non ti piace...lamentati!!! Ciao Betta grazie per i refusi corretti e per le risate che c'hai fatto fare (meno per avermi portato ai "mostri", ma questa è un'altra storia...)
Cecilia
Ciao Betta, te ne vai in un momento brutto, il mondo è ferito, è primavera ma piove. Tu sei sempre stata sole, sorriso, stupore. Scusa se non ti sono stato vicino nell'ultima parte della tua vita, per paura di provare altra sofferenza. Prego per te
Franz
Mi ricorderò per sempre il mio primo pranzo in redazione. Ero agitato e di poche parole, ma ci hai pensato tu a portarmi fuori e a farmi sentire subito a casa. Il tuo sorriso, il tuo sguardo fiero: voglio ricordati così, felice mentre ci mostri orgogliosa il video dell'esibizione del tuo gruppo di zumba. Ciao Betta.
Lorenzo
Quante riunioni, quante urla, quante risate, quante cazziate, quanti scenari di macro ai tempi di Affaritaliani. E' durata solo 1 anno, ma mi è rimasto per sempre. Anche per l'amicizia che è nata fuori dalle redazioni (Affari e TgCom) e che è durata nel tempo, con te, con Mario e i bambini. E quel matrimonio a Verona.
Andrea M.
Quando l'ho saputo, non sono riuscita a trattenere le lacrime. E invece tu te ne sei andata senza piangere, senza far rumore, senza lamentarti. Hai vissuto la tua tragedia senza farla pesare a nessuno. Con coraggio e quasi con naturalezza. Sembrava che la malattia non facesse male, a vedere te, perché tu guardavi sempre al domani con fiducia, nonostante tutto. Ti ricorderò così. Forte, sincera, serena. Ciao Eli. E buon viaggio.
Isabella
Ciao Betta, ne abbiamo passate tante insieme. Continua a tenere d'occhio da lassù questo gruppo di maschiacci che "diceva troppe parolacce". Ricordo le tue cene con Mario, specialmente quella "tutta pastina in brodo". E le risate. Ti mando un bacio.
Mirko
Addio Elisabetta, per adesso addio, poi chissà. Chissà se c'è un poi, un dopo, dove rincontrarti. Te ne sei andata. Un soffio e non ci sei più. Il silenzio. Eppure ci sei stata. Eccome se ci sei stata. E di te resta non il silenzio della morte, non quella sedia vuota alla tua scrivania, e nemmeno quella malattia, che hai combattuto, da guerriera quale sei sempre stata. Di te resta il candore, naif e un po' ingenuo con cui ha vissuto, il coraggio e la forza, la genuinità e la generosità che ti sono appartenuti. Per vivere cara Betta hai vissuto. E tra le milioni di parole che hai scritto, tra le tante risate che hai fatto con noi, tra le tante battaglie che hai combattuto a testa alta, dalla spugnetta per lavare i piatti ai turni troppo pesanti, tra le tante persone che hai amato e da cui sei stata amata, tu resti. Avrei tante cose da dirti, tante cose da mostrarti, tanti abbracci da darti... ma adesso non c'è più tempo. Me ne rammarico. Sarà per la prossima volta. Per il poi.
Antonella
Cara Elisabetta, ci siamo conosciute anni fa e poi perse, ognuna a rincorrere le proprie notizie. Ma sei rimasta nel cuore. Al nostro primo incontro mi sembrasti Campanellino. Come la fatina di Peter Pan avevi i capelli corti e gli occhi che ridevano (nonostante il male fosse già dentro di te). Ora ti immagino sull'Isola che non c'è, fuori dal nostro tempo ma vicina ai nostri sogni. (Ricordo quel bellissimo pranzo a casa mia, con la mia mamma, il mio papà e il tuo Mario. Hai riso e sorriso tutto il tempo, incantandoci.. come solo le fate sanno fare). Sit tibi terra levis.
Milla
Ciao Betta, due momenti in questi dieci anni vorrei ricordare insieme. Il primo, quella mattina da matti. Arrivo, tu albeggiavi. "Successo qualcosa?" "Mah, c'è questa cosa di Bin Laden morto..." hai detto con quell'aria un po' naïf che ti apparteneva. E giù a testa bassa, a lavorare, con quell'ostinazione e quell'impegno che mettevi in tutto, dal lavoro alla battaglia contro quella bastarda malattia. E sai che c'è? Che abbiamo bruciato tutti, hai fregato la concorrenza e quando sono arrivati i rinforzi, l'avevamo già sfangata. E grazie a te. E poi quella sera, a casa nostra, nemmeno un anno fa. Abbiamo riso e scherzato, s'è mangiato e bevuto, tutti insieme. Sembravi serena, i guai parevano lontani. Nemmeno 12 mesi, una vita fa. Grazie per quelle risate e per tutti gli altri momenti in cui sei stata, terribilmente e irresistibilmente, te stessa. Buon riposo.
Gian Luca
Uno sguardo sempre benevolo e fiducioso è ciò che maggiormente impegna. A non deluderlo.
Così ci hai resi migliori.
Grazie B, continueremo a volerci bene
sv