Nata in Albania da una famiglia agiata ha rinunciato a tutto per aiutare gli "ultimi tra gli ultimi". Ecco la sua vita fatta anche di momenti bui
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Quella di madre Teresa di Calcutta è stata una vita dedicata agli ultimi. Lei, nata in Albania in una famiglia agiata, scelse di essere povera, fondò le Missionarie della carità, e in tutta l'esistenza possedette solo il sari bianco orlato di azzurro.
E' stata l'incarnazione nel secolo scorso della fede cristiana che diventa amore totale per i più poveri fra i poveri, in mezzo ai quali la suorina albanese ha trascorso l'intera sua esistenza, forte della sua fede semplice, che pure non mancò di farla passare attraverso periodi bui e momenti di oscurità. Una fede che la sostenne anche nei lunghi periodi di vuoto spirituale, addirittura anni, durante i quali le pareva che Dio non volesse più parlare alla sua anima, come lei stessa confessò nelle lettere ad alcuni amici.
La sua straordinaria esistenza ebbe una svolta al santuario della Madonna di Letnice, sul Monte nero, a pochi km da Skopje (ieri Albania, oggi Macedonia), dove era nata nel 1910. Era la metà di agosto del 1922, c'era festa. Agnes Bojaxhiu, questo il suo nome vero, sentì la chiamata di Dio. Si rivolse alle suore di Loreto, andò novizia in Irlanda, poi in India. Prese i voti, cominciò a insegnare.
Nel 1946 durante un viaggio in treno sentì quella che avrebbe definito la "chiamata nella chiamata": dopo averla fatta suora, Dio le chiedeva di donarsi totalmente al servizio degli ultimi del mondo.
Lasciò la scuola e le suore di Loreto e cominciò una nuova vita. Girava per gli slum di Calcutta e si fermava a pulire ferite e piaghe ai moribondi, spesso appartenenti alla casta degli intoccabili. Poveri derelitti che aspettavano la morte come sollievo. Dava loro da bere e da mangiare, li copriva, gli faceva compagnia, li teneva per mano mentre morivano, si curava di loro anche dopo la morte, perché quei poveri corpi non venissero offesi e insultati, e gettati nella spazzatura come d'abitudine.
Madre Teresa non fu sola a lungo, presto si presentò da lei Agnese. E poi Gertrude, che veniva da una famiglia benestante. Fu l'inizio delle Missionarie della carità che in breve tempo si sarebbero diffuse in tutto il mondo: dalle sperdute località dell'Africa fino all'ombra dei grattacieli di New York, nella ricca Londra, in Urss e perfino a Cuba. Ovunque: oggi sono circa 5000 sparpagliate in più di 100 Paesi.
Con le sue premure verso i sofferenti, Madre Teresa ha ricordato che ogni persona vale, ogni vita è importante e per essa è giusto spendersi. E ai poveri va dato di più, in essi c'è Cristo sofferente. Ricordava le parole di Gesù nel Vangelo: "avevo sete e mi avete dato da bere...quando avrete fatto questo a ognuno dei miei piccoli l'avrete fatto a me".
La Madre quando parlava dell'attenzione ai poveri, pensava ai poveri di amore, agli emarginati dal mondo, ai dimenticati da tutti, e non evocava solo un generico pauperismo materiale: Madre Teresa non criticava la ricchezza in quanto tale, ma solo se non veniva usata per dare a chi non aveva. Quando ricevette il Nobel, nel 1979, chiese si rinunciasse al costoso banchetto per centinaia di ospiti, invitando a usare quei soldi per i poveri. Pure il suo cospicuo compenso fu usato per sostenere le case. E ai reali di Stoccolma fece risparmiare i soldi del Grand Hotel e degli altri lussi concessi agli ospiti, perché nel soggiorno in Svezia lei andò a dormire dalle suore di san Giuseppe e da lì non si mosse mai.
La Madre amò l'India e ne fu riamata, pur se non mancò mai chi cercò di ostacolarne l'attività. Dal 1951 fu cittadina indiana, poi ebbe la massima onorificenza del Paese, nel 1973 la premier Indira Gandhi le concesse di viaggiare in aereo gratis.
Fu grande amica di Papa Wojtyla, e i due hanno rappresentato le figure guida del cattolicesimo mondiale di fine secolo. Le missionarie aprirono in Vaticano una mensa per i poveri, proprio su richiesta del Papa. Il 5 settembre del 1997 morì a Calcutta. A Madre Teresa furono concessi funerali di Stato, accorsero un milione di persone e autorità di tutto il mondo, la cerimonia fu trasmessa in mondovisione. Nel 2003 Giovanni Paolo II l'ha proclamata Beata, nel 2016 Papa Francesco l'ha santificata.