Debora Lulli non crede alle parole del killer del giovane: "La situazione gli è scappata di mano? Le prove dicono che è stato un delitto premeditato"
Ismaele Lulli © facebook
"Spero nella giustizia, adesso non è il momento del perdono e non credo alla genuinità delle parole di chi ha ucciso mio figlio". Parla così, in un'intervista alla "Stampa", Debora Lulli, mamma di Ismaele, il 17enne ucciso senza un perché con un profondo taglio alla gola in un bosco nei dintorni di Sant'Angelo in Vado (Pesaro).
Subito dopo la notizia della confessione dell'omicida e della sua richiesta di perdono la mamma del ragazzo esce dal silenzio in cui si era chiusa dopo la tragedia e dice che non crede alla buona fede di Igli Meta, fermato con l'amico Marjo Mema. "Ma come si fa a dire che la situazione gli è scappata di mano? - dice -. Tutte le prove raccolte fanno pensare a un delitto premeditato. Per un motivo assurdo, poi. Non è l'ora del perdono. E' l'ora di chiedere una pena certa".
Ismaele viveva con la mamma Debora, con il compagno Michele e con la sorellina di quattro anni, che ancora non sa cosa è successo. "Glielo dicevo di stare attento alle amicizie - continua Debora -. Lui si fidava di tutti, era gentile, disponibile. Fiducioso". Troppo. "Che brutta fine hanno fatto i suoi sogni. Mio figlio mi aveva detto che da settembre si sarebbe messo a studiare sodo: voleva diventare chef, o carabiniere. Gli piacevano tutte e due le cose. Aveva una ragazza, Giulia, che ci voleva presentare. 'Ti piacerà mamma', mi aveva detto, 'anche lei vuole che io smetta di fumare'".
E ancora, la mamma ricorda la passione con cui frequentava l'Istituto alberghiero, la sua esperienza di lavoro in un bar vicino a casa. "Il titolare mi aveva fatto i complimenti per la puntualità e la precisione di Ismaele. Ma adesso per lui è tutto finito".