"L'emorragia interna che l'ha ammazzato non è legata alla caduta. Chi difende l'aggressore dice solo parte della verità sull'autopsia"
"Emmanuel Chid Namdi è stato ucciso dalle botte". Lo afferma don Vinicio Albanesi, impegnato nell'accoglienza di persone in grave difficoltà, parlando del nigeriano assassinato a Fermo da Amedeo Mancini. "L'emorragia interna devastante che l'ha ammazzato non è stata provocata dalla caduta ma dal pugno in faccia - continua -. Se chi difende l'aggressore dice parte della verità sull'autopsia, questa mezza verità diventa una bugia".
Il sacerdote, che è presidente della Comunità di Capodarco di Fermo, che da anni offre assistenza a migranti e profughi, intende costituirsi parte civile nel processo contro Mancini.
Legale vedova: "Mancini voleva colpirlo" - "Per la tipologia ed entità delle lesioni riscontrate sul corpo della vittima, difficilmente si possa parlare di legittima difesa da parte di Amedeo Mancini, in quanto i colpi inferti su Emmanuel Namdi sono stati tali da far presumibilmente intendere che Mancini abbia deliberatamente colpito il ragazzo". E' quanto si legge in una nota di Letizia Astorri, difensore della moglie del migrante nigeriano ucciso a Fermo. Astorri inoltre non esclude che, "ove sia provato che il palo stradale sia stato lanciato contro il povero nigeriano da Mancini, possa essere integrata l'intenzione di uccidere. Quanto riscontrato sul corpo di Mancini, contusioni e lievi abrasioni, dimostra solamente che Emmanuel e la moglie hanno tentato di difendersi come potevano, ma non hanno causato alcun grave danno all'aggressore visto che quest'ultimo non è stato neanche ricoverato in ospedale".
Alle 18 i funerali nel duomo di Fermo Si terranno oggi pomeriggio nel duomo di Fermo i funerali di Emmanuel Chidi Namdi, il profugo nigeriano di 36 anni morto dopo la colluttazione col 39enne Amedeo Mancini; prevista la partecipazione anche del ministro Boschi e del presidente della Camera Boldrini. "E' stato ucciso dalle botte", accusa don Albanesi. Mentre sui social compare l'hashtag 'iostoconamedeo', in nome della legittima difesa.