STRAGE IN MARE

Migranti, Unhcr: in pochi giorni 700 morti nel Mediterraneo

Tre naufragi si sono susseguiti, nelle acque del nostro mare, da mercoledì. Una catena di tragedie in cui hanno perso la vita centinaia di disperati

30 Mag 2016 - 13:27

Settecento morti, 40 dei quali bambini, solo in pochi giorni nel Mediterraneo. E' la tragica stima delle vittime dei tre naufragi avvenuti negli ultimi giorni nel Canale di Siclia. Il bilancio è stato fatto dall'Unhcr, l'agenzia dei rifugiati dell'Onu. L'Unicef, riferendosi alla strage dei più piccoli, ha parlato di "genocidio".

Il racconto dei sopravvissuti: "Quaranta bambini in mare lasciati affogare" - "C'erano almeno 40 bambini in acqua e nessuno si è salvato. Il capitano, nonostante le centinaia di persone in mare, li ha abbandonati lì, lasciandoli annegare uno dopo l'altro". E' questo uno dei racconti dei superstiti del naufragio avvenuto giovedì al largo della Libia.

"Dopo circa 8 ore di navigazione - hanno raccontato ancora i sopravvissuti - il peschereccio trainato ha iniziato ad imbarcare acqua. Abbiamo fatto una catena umana, provando in tutti i modi a svuotare il peschereccio". L'incubo è durato un'ora e mezza, con il peschereccio che andava sempre più giù. Poi la fine. "Quando la barca era quasi tutta sotto il pelo dell'acqua, il capitano ha ordinato ai passeggeri di tagliare la cima che serviva per trainare". 

"Una volta tagliata la fune - hanno spiegato i sopravvissuti - i migranti che erano in coperta si sono gettati in mare, ma i circa trecento che erano nella stiva sono colati a picco". Una novantina di persone sono state salvate da una nave spagnola, mentre un'altra decina sarebbero riusciti a salire sul primo peschereccio aggrappandosi alla fune che era stata utilizzata per il traino. Tutti gli altri sono andati a fondo, insieme ai 40 bambini.

Onu: "Nessun rischio di nuova ondata migratoria in Italia" - Nonostante questi numeri da brivido, l'inviato Onu in Libia Martin Kobler è convinto che nel nostro Paese non ci sarà una nuova ondata migratoria dal Paese africano che si affaccia sul Mediterraneo. Kobler dice che quest'anno in Italia da quel Paese sono arrivati il 30% di rifugiati in meno rispetto al 2015. Erano stati 47mila l'anno scorso, dice infatti in una intervista al Journal du Dimanche (Jdd).

"Le cifre che riguardano i migranti in Libia sono in calo", assicura l'inviato Onu. Secondo Kobler, tuttavia, "la missione europea Sophia, incaricata di lottare contro il traffico di migranti, crea un vuoto d'aria perché non pattuglia nelle acque libiche. Gli scafisti mettono quindi i migranti nelle barche e non forniscono loro neppure il carburante necessario per raggiungere Lampedusa. Poi, chiamano il numero telefonico di emergenza in Italia e dicono loro: "Preparatevi, stanno arrivando 500 migranti!".

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