Ecco l'altra verità raccontata dalla protagonista dello scatto-simbolo
© Afp
Altro che messaggio di pace alle forze dell'ordine. Piuttosto un tentativo di ridicolizzarle. A parlare alla Stampa è la ragazza protagonista della foto-simbolo scattata da un reporter dell'Afp e ripresa dalla quasi totalità dei quotidiani e siti italiani di informazione. Lei, Nina De Chiffre, 20enne milanese militante del collettivo Remake, ci tiene subito a chiarire: "Quella foto non è stata assolutamente organizzata ad arte, come molti hanno insinuato. Il fotografo ha solamente avuto fortuna. Ma soprattutto: il mio intento non era quello di lanciare un messaggio di pace. Volevo metterli in imbarazzo: volevo prenderli in giro. Direi che ci sono riuscita".
"Stavamo marciando in corteo - chiarisce la ragazza, che ha anche postato un commento su Facebook attraverso il suo profilo Jasper Baol - quando improvvisamente ci siamo trovati di fronte questo schieramento di polizia. Gli agenti in tenuta antisommossa, per regolamento, non possono reagire adalcuno stimoloprovenientedaimanifestanti. Cosìmi sono avvicinata con lamani in alto. Ho visto un giovane agente – avrà avuto 20 anni – e ho iniziato a provocarlo. Prima gli ho leccato il casco, poi gliel’ho baciato. Infine ho infilato le mie dita nelle sue labbra,ma in quelmomento è intervenuto un suo superiore chemi ha allontanato".
Versione confermata da Giuseppe Corrado, collega e caposquadra del giovane poliziotto "provocato" dalla ragazza: "Bacio? Diremmo forse meglio un tentativo fallito di provocazione risolto grazie alla professionalità del nostro operatore. E’ stato un gesto fondamentalmente ostile, e che quasi rasenta un reato penale, oltraggio a pubblico ufficiale. Il collega ha mantenuto i nervi saldi, è stato ineccepibile sul piano professionale, nessuno di noi cade in questi equivoci".