Per i magistrati piemontesi i due sono troppo anziani e narcisisti per crescere la piccola
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La volontà di concepire la figlia è stata "una scelta fondata sulla volontà di onnipotenza, sul desiderio di soddisfare i propri bisogni che necessariamente implicano l'accantonamento delle leggi di natura". E quindi la bimba è "il frutto di un'applicazione distorta" della genetica. E così la piccola è stata tolta agli anziani genitori (Luigi Deambrosis, 70 anni, e Gabriella, 57 anni) e resa adottabile dal tribunale dei minori del Piemonte.
Una decisione senza precedenti, che i giudici Donata Clerici, Federica Florio, Alberto Astesano e Silvia Truffo spiegano, nella sentenza, con il fatto che "i genitori non si sono mai seriamente posti domande in merito al fatto che la figlia si ritroverà orfana in giovane età e prima ancora sarà costretta a curare i genitori anziani, che potrebbero avere patologie più o meno invalidanti, proprio nel momento in cui, giovane adulta, avrà bisogno del sostegno dei suoi genitori". Un'analisi confermata dalla consulente tecnica, secondo la quale "il dato della differenza d'età per i genitori non assume alcuna rilevanza, essendo secondario rispetto all'appagamento del bisogno narcisistico di avere un bambino".
Il legale dei genitori ha già annunciato che presenterà ricorso: secondo Fabio Deorsola, infatti, "si tratta di una sentenza fondata sul pregiudizio che considera l'adozione una misura alternativa al desiderio di genitorialità!".
Certo è che la notizia della nascita della bimba aveva fatto già di per sé scalpore il 26 maggio 2010. Il padre e la madre, sposatisi nel 1990, hanno provato invano ad adottare un bambino, ma nel 2003 la loro richiesta è stata definitivamente bocciata nel 2003. Ma i due non si sono arresi, e grazie alla scienza sono riusciti a realizzare il loro sogno.
A dare il via alle indagini, concludesi con la sentenza-shock, è stata una denuncia dei vicini di casa, che alle 10 di sera avevano sentito la bimba, lasciata sola in auto, piangere. "Stava dormendo nell'ovetto, non volevo svegliarla e l'ho lasciata sola per sette minuti", ha spiegato il papà, convincendo anche gli stessi giudici che, nella sentenza, danno atto del fatto che la piccola non è mai stata in situazione di pericolo. Ciononostante, per i magistrati del tribunale dei minori non vi è dubbio alcuno: i due genitori-nonni non sono in grado di garantire un futuro sereno alla figlia.
Ed è stato proprio questo episodio, sottolineando i magistrati (il procuratore della Repubblica per i minorenni del capoluogo piemontese, Anna Maria Baldelli, e il presidente del Tribunale per i Minorenni, Fulvio Villa), a far scattare l'adottabilità: "Nessun Tribunale, meno che mai quello per i minorenni di Torino - spiegano, contrariamente a quanto sostiene invece l'avvocato della famiglia - dichiarerebbe adottabile un bambino perché i genitori sono troppo anziani. In questo caso l'età dei genitori non è posta a fondamento della dichiarazione dello stato di adottabilità, come risulta esplicitamente scritto nella sentenza".
I due magistrati sottolineano quindi che "si giunge a dichiarare l'adottabilità di un bambino quando siano accertati episodi abbandonici sistematici, tali da provocare un grave danno alla sua integrità fisica e/o psicologica e manchino i presupposti per un recupero delle funzioni genitoriali; nonché quando, di fronte a tale situazione, non vi siano parenti disponibili a surrogare i genitori nelle loro funzioni".