"Sono tranquillo. Le accuse contro di me sono ridicole", ha commentato l'ex governatore lombardo imputato per le presunte pressioni esercitate a favore di due sue ex collaboratrici al Viminale
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"Roberto Maroni deve essere condannato a 2 anni e 6 mesi di carcere per induzione indebita e turbata libertà di scelta nel contraente". E' la richiesta di pena avanzata dal pm di Milano, Eugenio Fusco, nel processo che vede l'ex governatore lombardo imputato per le presunte pressioni esercitate a favore di due sue ex collaboratrici al Viminale. "Sono tranquillo. Le accuse contro di me sono ridicole, prive di riscontri", ha commentato Maroni.
Maroni, secondo l'accusa, avrebbe fatto pressioni per far ottenere un viaggio a Tokyo e un contratto di lavoro a Maria Grazia Paturzo e Mara Carluccio, sue ex collaboratrici al Viminale. Chiesti anche due anni e due mesi per Giacomo Ciriello, capo della segreteria politica del governatore.
Inoltre il pm Eugenio Fusco ha chiesto la condanna di Andrea Gibelli, segretario generale del Pirellone, a un anno di reclusione e 800 euro di multa, mentre per Mara Carluccio la proposta è di 10 mesi e 800 euro di multa. Il pubblico ministero, prima di concludere la requisitoria, ha spiegato che l'indagine è stata "in presa diretta", cioè "che tutto quello che è avvenuto si è appreso dalle telefonate a cui poi sono stati trovati riscontri".
Il pm Fusco ha inoltre tenuto a sottolineare che Maria Grazia Paturzo e Mara Carluccio "in tutta questa storia non si sono mai mosse e sono rimaste sempre a Roma, in piazza del Gesù", dove ha sede l'ufficio di rappresentazione di Regione Lombardia, "andando in ufficio quando volevano, prima o dopo i loro contratti. Questo credo sia una grande anomalia - ha sottolineato - così come l'eccessiva rapidità nelle procedure di assunzione per entrambe". Per tutti gli imputati, il pm Fusco ha comunque chiesto le attenuanti generiche.